Iscrizioni agli ordini professionali, la Provincia resiste in giudizio
La Giunta provinciale ieri mattina (14 gennaio) ha deliberato di costituirsi nel giudizio davanti alla Corte costituzionale per difendere la norma contenuta nella legge europea che prevede la possibilità di iscrizione ad un ordine professionale anche nel caso della sola conoscenza della lingua tedesca. Poco prima di Natale la disposizione, introdotta per recepire la direttiva 2005/36/CE, era stata impugnata dal Consiglio dei ministri, che aveva sollevato la questione di legittimità costituzionale.
Iscrizione ad un ordine professionale
Con l’articolo 4 della legge europea provinciale pubblicata sul bollettino ufficiale il 24 ottobre 2019, la Provincia aveva stabilito che, tenuto conto delle specificità territoriali e delle norme statutarie di tutela delle minoranze linguistiche, un ordine o un collegio professionale può accettare l’iscrizione di un professionista che conosca solo il tedesco limitando in questo “gli effetti dell’iscrizione all’esercizio della professione nel territorio della Provincia autonoma di Bolzano“. La disposizione precisava anche che rimaneva invariata la vigente normativa in materia di conoscenza delle lingue italiana e tedesca nel pubblico impiego.
Parificazione delle lingue, pilastro dell’autonomia
“La parificazione delle lingue italiana e tedesca – ha spiegato il presidente Arno Kompatscher nel corso della conferenza stampa – è uno dei pilastri della nostra autonomia, che deve valere anche per l’esercizio di una professione. Chi conosce una delle lingue ed esercita in Alto Adige deve poter avere il diritto di essere inserito in un ordine professionale“. Per questi motivi la Giunta, su proposta del presidente stesso, ha deciso di costituirsi in giudizio. “Sul principio non possiamo derogare, ma siamo ovviamente disponibili a trovare una migliore formulazione in accordo con Roma”, ha concluso Kompatscher.