Athesia contro Salto. Michl Ebner, un Berlusconi di provincia in ritardo di trent'anni
Fatte le debite proporzioni, i paragoni tra Michl Ebner e Silvio Berlusconi sono sempre stati facili. Per il potere mediatico di entrambi, per il controllo di una grandissima fetta del mercato pubblicitario, per la quantità di imprese di cui sono in qualche modo proprietari e persino per i fratelli impiegati nel “giornale di famiglia”. Certo, al di fuori dell’economia e della politica, i due conducono vite molto diverse, eppure a quanto pare, Ebner non riesce a non seguire il solco segnato da Berlusconi, solo che lo fa con decenni di ritardo.
Per esempio, la campagna acquisti mediatica del Cavaliere risale a oltre quarant’anni fa, mentre quella di Ebner è partita con l’acquisto dell’Alto Adige sette anni fa e si è rinforzata nel 2018 con gli acquisti in Trentino. Ma il fascino che Berlusconi esercita su Ebner sembra non aver fine ed è emerso oggi in tutto il suo fragore con l’azione legale da 150.000 euro di danni contro Salto (di cui potete leggere qui)per 58 articoli pubblicati dal 2018 al 2022.
Il team di Salto ha definito la denuncia di Ebner come “azione intimidatoria” ma, come sottolineato non solo dall’avvocato Canestrini, la decisione di Athesia presenta alcune caratteristiche particolari. Ebner, infatti non ha avviato una denuncia relativa a un singolo articolo, ma ha denunciato un atteggiamento dei giornalisti di Salto nei suoi confronti. Un atteggiamento che, a suo avviso, si configura come stalkeraggio.
Per farla semplice, Ebner si sente diffamato da Salto e ha quindi deciso di procedere con denunce e richieste economiche che sembrano aver lo scopo di far cambiare atteggiamento al giornale “nemico” e di lanciare un avvertimento a tutti coloro che pensassero di seguirne l’esempio.
La particolarità, molto italiana, che emerge in maniera clamorosa, è il fatto che sia un potente gruppo mediatico ad attaccarne uno molto più piccolo. Anche in questo caso, era stato Berlusconi a fare da apripista, per esempio, ma non solo, con le azioni legali di Mediaset contro il Fatto Quotidiano. Il Cavaliere, però, ci ha sempre messo la faccia. Berlusconi faceva e fa politica non solo attraverso i media e le sue imprese, ma anche candidandosi a presidente del Consiglio, non resta dietro alle quinte a far parlare i propri avvocati.
Alla luce di tutto questo, non ci si può esimere da invitare il piccolo Berlusconi di provincia a fare il grande salto: se vuole fare politica, la faccia a viso aperto, si candidi alle prossime elezioni provinciali come Landeshauptmann. Fino a oggi ha dimostrato di muoversi benissimo nei meccanismi della politica italiana, i venticinque anni da deputato alla Camera ne sono solo un piccolo esempio e i sei milioni di finanziamento statale per Dolomiten uno un po’ più grande, ma deve comprendere che anche la politica italiana è cambiata. Se vuole che la sua rincorsa a Berlusconi raggiunga il suo compimento, non resta che una scelta: si candidi alle prossime provinciali e fondi un proprio partito. Magari eviti di chiamarlo “Vorwärts Suedtirol”, non può arrivare sempre in ritardo di trent’anni.
Massimiliano Boschi