La richiesta di Cna: «Credito di imposta sull'installazione di impianti fotovoltaici»

CNA Trentino Alto Adige apprezza l’annuncio del Ministro Fitto sul fatto che la rimodulazione del Pnrr prevederà l’assegnazione di risorse significative per sostenere gli investimenti delle imprese private per l’energia e l’innovazione.

“In tale prospettiva – commenta Claudio Corrarati, presidente di CNA Trentino Alto Adige – auspichiamo che la revisione accolga la proposta della nostra Confederazione di incentivare l’installazione di piccoli impianti fotovoltaici sui tetti e relative pertinenze degli immobili strumentali attraverso un credito d’imposta del 50%. È possibile sviluppare, anche in Trentino Alto Adige, un enorme parco fotovoltaico diffuso senza consumare suolo, senza impattare negativamente sul paesaggio e con tempi relativamente brevi, e comunque in linea con il timing Pnrr, considerato che l’Italia sta accumulando un considerevole ritardo rispetto all’obiettivo di 7-8 GW di nuova potenza da rinnovabili su base annua”.

Con uno stanziamento di 2,5 miliardi di euro in tre anni – secondo le stime di CNA – si possono coinvolgere circa 200mila piccole imprese stimando una nuova capacità installata di quasi 9 GW, circa un terzo della potenza attuale.

CNA ritiene che “occorra destinare ulteriori risorse per rifinanziare Industria 4.0 e la Nuova Sabatini per attivare investimenti compatibili con le missioni del Piano”. In coerenza con gli obiettivi del Pnrr, CNA auspica “un piano a medio e lungo termine per l’efficientamento del patrimonio immobiliare, rivedendo il sistema dei bonus dell’edilizia. Per rispettare le scadenze del Pnrr è necessario coinvolgere il sistema delle imprese e del capitale privato, con un ruolo propulsivo nella realizzazione degli investimenti previsti dalle missioni del Piano che destina 24 miliardi di euro al capitolo energia rinnovabile, rete e mobilità sostenibile ma prevedendo pochissime risorse per le piccole imprese”.

“Dare più spazio alle imprese nella realizzazione degli investimenti di interesse pubblico – conclude Corrarati – è l’unica risposta possibile alla strutturale incapacità della pubblica amministrazione di spendere rapidamente le ingenti risorse. Le riforme già realizzate, il nuovo codice degli appalti rappresentano significativi passi in avanti ma non garantiscono il potenziamento della macchina nei prossimi tre anni. Se le Pmi perdessero l’occasione di rintracciare gli investimenti finanziati dal Pnrr, la conseguenza si vedrebbe tra pochi anni”

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