Lavoratori irregolari, Alto Adige "isola felice" (ma sono sempre troppi)
Otto lavoratori altoatesini su cento sono irregolari. Non per forza totalmente in nero, ma comunque non regolari agli occhi dello Stato. Essenzialmente persone sfruttate, “sommerse”. Il dato della Provincia di Bolzano, a livello percentuale, è il migliore d’Italia. In termini assoluti, e lo studio è serio, di CGIA di Mestre, sono circa 23.600 le lavoratrici e i lavoratori non in regola in Alto Adige. Pesati in termini economici, contribuiscono per il 3,2% del Pil altoatesino (sotto solo Friuli – Venezia Giulia, Veneto e Lombardia).
Detto dell’Alto Adige, proviamo ad analizzare la situazione italiana. Ammonta a 68 miliardi di euro il volume d’affari annuo riconducibile al lavoro irregolare presente in Italia. Il 35 per cento circa di questo valore aggiunto prodotto dall’economia sommersa è ascrivibile alle regioni del Sud. Le persone coinvolte nel nostro Paese dall’economia sommersa sono poco meno di 3 milioni1 e anche in questo caso è il Mezzogiorno la ripartizione geografica del Paese che presenta la percentuale più
elevata: ovvero il 37,2 per cento del totale. Tuttavia, il fenomeno ormai è esteso anche al Centronord ed ha una presenza record soprattutto nel settore dei servizi alle persone (colf, badanti, etc.). Il tasso di irregolarità di questo settore raggiunge il 42,6 per cento. Al secondo posto scorgiamo l’agricoltura con il 16,8 per cento e al terzo le costruzioni con il 13,3 per cento.
Come dicevamo, il valore aggiunto prodotto nel 2021 dal lavoro irregolare in Italia è stato pari a 68 miliardi di euro, di cui 23,7 miliardi nel Mezzogiorno, 17,3 nel Nordovest, 14,5 nel Centro e 12,4 nel Nordest. Se misuriamo l’incidenza percentuale di questo ammontare sul valore aggiunto totale regionale, la quota più elevata, pari all’8,3 per cento, interessa la Calabria. Seguono la Campania con il 6,9 per cento, la Sicilia con il 6,6 per cento e la Puglia con il 6,2 per cento. La media nazionale è del 4,2 per cento. Dei 2.848.100 occupati non regolari stimati in Italia dall’Istat, 1.061.900 sono ubicati nel Mezzogiorno, 691.300 nel Nordovest, 630.000 nel Centro e 464.900 nel Nordest. Se calcoliamo il tasso di irregolarità, dato dal rapporto tra il numero degli irregolari e il totale occupati per regione, la presenza più significativa si registra sempre nel Sud e, in particolare, in Calabria con il 19,6 per cento. Seguono la Campania con il 16,5 per cento e la Sicilia con il 16 per cento. Il dato medio Italia è dell’11,3 per cento.