Gli effetti della pandemia sul mercato del lavoro: calo del 6% dei contratti
Presentato il nuovo Rapporto sul mercato del lavoro, relativo al periodo maggio – ottobre 2020, nel corso di una conferenza stampa in diretta streaming tenutasi a Palazzo Widmann. Nel corso della conferenza sono stati presentati i dati aggiornati riguardanti il mercato del lavoro provinciale forniti principalmente dall’Osservatorio del mercato del lavoro.
“Nel corso di questo semestre abbiamo registrato un calo del 4% dei contratti di lavoro a causa della pandemia. Senza questo pesante fenomeno avremmo avuto probabilmente un aumento netto dei contratti del 2%. Ciò significa – ha proseguito l’assessore provinciale al lavoro, Philipp Achammer – che dobbiamo registrare un calo complessivo del 6% riguardante sia il mancato rinnovo di contratti in scadenza che la mancata stipula di nuovi contratti”. Questo calo corrisponde in termini numerici a circa 10.000 occupati e si deve inoltre tener conto del fatto che questa cifra è stata mitigata da una serie di misure di sostegno, dalla sospensione dei licenziamenti e dalla cassa integrazione. “Solo quando saranno esauriti questi strumenti di tutela saremo in grado di determinare appieno le conseguenze della pandemia sul mercato del lavoro provinciale. Tre quarti delle perdite si riferiscono al comparto turistico” ha aggiunto Achammer.
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Più lavoratori locali nell’agricoltura
Secondo il direttore della Ripartizione lavoro, Stefan Luther, “sinora sono stati erogati per la cassa integrazione circa 100 milioni di euro e circa altri 30 – 40 dovrebbero aggiungersi nei prossimi mesi”. Sinora questa misura ha interessato, in maniera più o meno intensa, circa 100.00 persone. La disoccupazione ha colpito in maniera particolarmente forte il Burgraviato e le valli ladine. Secondo Luther in questo panorama negativo vi sono però anche dei dati positivi da segnalare. Ad esempio i mesi estivi hanno evidenziato che il mercato del lavoro, anche dopo i forti contraccolpi della pandemia, è stato in grado di riprendersi in maniera sorprendentemente rapida. Nell’ambito dell’agricoltura si è riusciti a sopperire alla carenza di personale straniero grazie all’impiego di lavoratori locali e tra queste vi sono anche numerose donne. Inoltre, a causa delle mancate nuove assunzioni alcuni settori a causa della pandemia sono ulteriormente “invecchiati”.
Politica attiva del mercato del lavoro
Le conclusioni che si possono trarre dai dati presentati questa mattina secondo l’assessore Achammer sono chiare “In questa fase abbiamo bisogno più che mai di una politica attiva nel mercato del lavoro locale e non è sufficiente adottare solamente delle misure passive. A questo scopo abbiamo elaborato un documento strategico che è già stato approvato da parte del Comitato provinciale per l’impiego. Inoltre è evidente la necessità di adottare delle misure per riavviare i contratti di lavoro per le donne ed i giovani che sono stati particolarmente colpiti da questa crisi”. In questo senso, secondo l’assessore, deve essere ulteriormente migliorata la conciliazione tra lavoro e famiglia e devono essere riaperte le opportunità per i giovani di seguire dei praticantati per acquisire esperienze nel mondo del lavoro. L’apprendistato tradizionale tiene nonostante la crisi e di conseguenza sono stati confermati anche i contratti di lavoro stipulati nell’ambito della formazione duale.
È ora fondamentale raggiungere una stabilizzazione del mercato del lavoro. A tutti i settori colpiti dalla pandemia, in particolare al turismo ed ai suoi lavoratori, deve essere data una prospettiva. “Il nostro compito è ora quello di adottare tutte le misure necessarie per rendere possibile almeno un parziale sviluppo del mercato del lavoro altoatesino. Decisiva sarà a questo proposito la ripresa nel corso del prossimo anno” ha concluso Achammer.