Lavoro, dipendenti privati diminuiti del 4,8% a causa del Covid
L’Istituto provinciale di statistica (ASTAT) ha pubblicato i dati riguardanti il lavoro dipendente e le retribuzioni del settore privato altoatesino per il 2020. Secondo l’archivio amministrativo dell’INPS, in Alto Adige nel 2020 sono occupate nel settore privato 192.382 persone. La retribuzione media lorda annua del 2020 ammonta a 30.601 euro e registra un aumento reale dello 0,2% rispetto al 2015 e dello 0,7% rispetto al 2019. Gli aumenti reali delle retribuzioni sono tuttavia ristretti solo a poche qualifiche professionali. È soprattutto il settore Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione a risentire della crisi pandemica.
Con la crisi pandemica del 2020 si verifica una flessione del numero delle forze lavoro impiegate nel settore privato (-4,8% rispetto al 2019). Rispetto al 2015 nel 2020 le retribuzioni medie annue reali rimangono all’incirca invariate (+0,2%) e la variazione è positiva solo per le operaie e gli operai. Nel 2020, secondo l’archivio amministrativo dell’Inps, in provincia di Bolzano emergono le seguenti dinamiche riguardo ai lavoratori dipendenti del settore privato: i lavoratori nel settore privato sono 192.382; 138.154 lavorano a tempo pieno, 54.228 a tempo parziale; rispetto al 2019, si registra un calo degli occupati nel settore privato pari al 4,8% (-9.683 persone), nonostante la popolazione rimanga sostanzialmente invariata; dopo sei anni di variazioni positive, il 2020 è il primo anno in cui si verifica una contrazione del numero di dipendenti nel settore privato; 80.311 le lavoratrici, pari al 41,7% del totale; questa è la quota più bassa registrata dal 2010.
Con eccezione della classe di età tra i 40 e i 44 anni, che registra una contrazione del 5,6%, dovuta anche a un forte calo demografico (-14,1%), rispetto al 2015 tutte le altre fasce registrano aumenti, con un picco del +74,0% per quella over 60. Considerando invece la variazione rispetto al 2019, le uniche due classi che registrano variazioni positive sono quelle dei lavoratori over 55 e over 60. Le contrazioni maggiori si verificano invece tra i lavoratori dipendenti più giovani.
Rispetto al 2015, nel 2020 si registra un aumento per tutte le qualifiche professionali sia per le femmine sia per i maschi. Spicca in particolare per le femmine l’aumento delle dirigenti (+24,1%; al netto della dinamica demografica: +22,0%). Se invece si considera il 2019, a parte le persone con un profilo da quadro, tutte le altre figure professionali sono in contrazione, in particolare gli operai (-7,3%; al netto della componente demografica: -7,8%) Le donne dirigenti mantengono invece, sempre rispetto al 2019, una variazione positiva nonostante la pandemia (+6,3%; al netto della dinamica demografica: 6,0%).
Nel 2015 la retribuzione media annua lorda nel settore privato altoatesino ammonta a 28.773 euro, mentre nel 2020 risulta pari a 30.601 euro. Ciò si traduce in un aumento nominale del 6,4%. Considerando la perdita di valore causata dall’inflazione nel periodo esaminato (pari al 6,1%) la retribuzione lorda annua media, al netto dell’inflazione, presenta una variazione quasi nulla (+0,2%). L’aggregazione per classi di età e per qualifica professionale mostra che rispetto al 2015, le retribuzioni reali medie annue aumentano esclusivamente per gli operai (+1,4%). Questa qualifica professionale comprende la maggior parte dei lavoratori del settore privato (circa il 60%) nel periodo di osservazione 2015-2020, ed è per questo che la variazione complessiva non è negativa. Mantenendo la composizione professionale del 2020, tra il 2015 e il 2020 il restante 41,4% delle forze lavoro nel settore privato con profilo professionale diverso da operai subisce dunque una riduzione media reale delle retribuzioni lorde pari all’1,5%. Le classi di età che hanno subìto una contrazione delle retribuzioni reali sono quelle delle persone più giovani e più anziane.
Nel 2020 il totale del monte retributivo rispetto al 2019 diminuisce del 9,2% a fronte di un calo del personale dipendente del 4,8%. Rispetto al 2019 nel 2020 si registra tuttavia sia una leggera crescita reale della retribuzione media generale (+0,7%), così come di coloro che lavorano a tempo pieno (+0,8%).Una variazione negativa del monte retribuzioni a fronte di un aumento della retribuzione media indica una maggiore diseguaglianza nella distribuzione delle retribuzioni, ma considerando il periodo pandemico, potrebbe essere dovuta anche al notevole aumento delle misure previdenziali e della diminuzione di giornate lavorate. Rispetto al 2019, infatti, nel 2020 si registra un notevole aumento del ricorso alla cassa integrazione e di malattia insieme a una riduzione dell’11,5% delle giornate lavorate.Analizzando i singoli settori economici emerge che Servizi di informazione e comunicazione registra il maggiore aumento del numero di lavoratori (+5,8%) rispetto al 2019. Le variazioni negative maggiori si registrano invece nelle Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (-14,0%) e Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento (-10,0%), settori particolarmente colpiti dalla pandemia.Nel complesso, il settore economico che risente di più della crisi pandemica è Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione, in cui è occupato quasi il 30% di tutti i dipendenti nel settore privato. Oltre ad aver subito una perdita in termini di forze lavoro, questa branca registra anche una variazione senza precedenti del 47,7% delle cessazioni dei contratti lavorativi rispetto al 2019.
La grande maggioranza dei motivi delle cessazioni contrattuali in Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione è la fine contrattuale. Ciò è da ricondurre al fatto che in questo settore la maggior parte dei contratti lavorativi sono stagionali (47,3%) o a tempo determinato (28,3%). Dunque, con l’avvento della pandemia e la conseguente riduzione della domanda di forze lavoro, le persone dipendenti attive nel settore dell’alloggio e della ristorazione hanno avuto una tutela contrattuale inferiore. Ciò è confermato anche dal fatto che tra le cessazioni contrattuali del 2020 nel settore Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione solo il 4,8% del totale è di dipendenti che avevano un contratto a tempo indeterminato.
Per quanto riguarda le retribuzioni annue lorde medie, le variazioni reali maggiori rispetto al 2019 si registrano in settori con un ridotto numero di dipendenti e soggetti a un forte calo del personale rispetto al 2019 (Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento (+7,5%) e Attività di famiglie e convivenze come datori di lavoro per personale domestico; produzione di beni e servizi indifferenziati per uso proprio da parte di famiglie e convivenze (-7,9%) e dunque poco significative per rappresentare l’effettivo andamento retributivo.