Legge collegata al bilancio respinta. La maggioranza va sotto in consiglio provinciale
Sedici voti favorevoli, sedici contrari: in altre parole la maggioranza è andata sotto, in consiglio provinciale, per quanto riguarda un provvedimento fondamentale, le disposizioni collegate alla legge di stabilità e quindi al bilancio.
Ecco la nota della Provincia che ripercorre quanto successo.
L’articolo 10 octies definisce il documento conclusivo che dovrá redigere la Convenzione dei 33, contenente suggerimenti al Consiglio provinciale in ordine alla revisione dello Statuto di Autonomia. Riccardo Dello Sbarba (Gruppo Verde), componente della Convenzione, ha rilevato che i componenti di questa e del Forum dei 100 si stanno domandando che fine faranno i loro sforzi, e rilevato che voci di rilievo hanno chiesto, sia in Alto Adige che in trentino, la chiusura di Convenzione Consulta, sulla base delle dichiarazioni post referendum dei presidenti Kompatscher e Rossi. L’impressione é che “si mandi il treno della Convenzione su un binario morto, dato che nella legge istitutiva era previsto la presentazione di un documento definitivo suddiviso in articoli, con relazione accompagnatoria ed eventuali relazioni di minoranza: tutto questo nella nuova versione della lp 3/2015 scompare, e sparisce anche il riferimento all’art. 103 dello Statuto”. Ha quindi proposto con emendamento di prevedere un documento di “proposte”, non “suggerimenti” – “parola demotivante” – sulla revisione del Consiglio, che questo documento venga trasmesso “ai sensi dell’art. 103 dello Statuto”, e quindi al fine di avviare un processo di riforma, che sia possibile trasmettere anche documenti di minoranza e che il tutto venga esposto e discusso in una seduta pubblica congiunta di Consiglio provinciale e Convenzione dell’Alto Adige. La nuova proposta é sicuramente demotivante per i componenti della Convenzione, insediati con la missione di fare specifiche proposte di modifica dello Statuto e ora messi nel limbo. L’idea di una terza fase dell’Autonomia, ha aggiunto Dello Sbarba, viene dal 1992, anno della quietanza liberatoria, si é coagulata intorno al 2012, é stata fondamento della candidatura dell’ora sen. Palermo: “E allora non si parlava certo di riforma Renzi”. La terza fase dell’Autonomia doveva consistere in un patto costituzionale tra la popolazione, ed era questo che richiedeva un processo partecipato: o si ritorna all’ispirazione originaria, almeno dando solennità di presentazione a questi documenti, e a questo scopo egli aveva presentato un emendamento, oppure sarà difficile portare avanti questa riforma, sempre meno partecipata. Christian Tschurtschenthaler (SVP), presidente della Commissione dei 33, ha rilevato che é più sensato consegnare un documento che singoli articoli, nei quali ogni singola parola va soppesata: stilare un simile testo rende difficile andare avanti. Di questo si era discusso a lungo nella Convenzione. Alessandro Urzì (L’Alto Adige nel cuore) ha detto che ascoltando Dello Sbarba aveva deciso di votare l’emendamento di Tschurtschenthaler, che riprendeva l’articolo del disegno di legge aggiungendo la possibilitá di aggiungere le relazioni di minoranza. Bisogna infatti considerare l’utilitá della convenzione per la realizzazione dello scopo per il quale era stata istituita: lui aveva votato contro la sua istituzione, e di fatto c’è sempre meno interesse ed é mancata la partecipazione paritetica dei gruppi linguistici, caratteristica che avrebbe messo i gruppi a pari livello, la scelta dei rappresentanti del gruppo italiano da parte dei componenti del gruppo tedesco, la militarizzazione in una prima fase, la conseguente percezione di estraneità del gruppo italiano, la non disponibilitá della traduzione simultanea, l’occupazione della Convenzione da pöarte di gruppi organizzati di interesse di stampo chiaramente secessionista. Urzì ha criticato che si fosse dato nella Convenzione autorevolezza a posizioni di secessione e autodeterminazione, con apposito gruppo di lavoro, che stanno all’antitesi dell’Autonomia stessa, che é una forma di rapporto tra istituzioni locali e istituzioni centrali. Anche nel mondo della sinistra altoatesina é chiaro che la Convenzione ha perso la sua autorevolezza, come emerge anche dagli interventi nei social, e che non abbia potuto cogliere le opportunitá che aveva, dato che si é trasformata in “una festa campestre dove tutto é ammissibile”. Urzì ha quindi sottolineato il costo di un’operazione destinata al fallimento, certificato oggi dalla stessa maggioranza, la quale nega ai risultati dei lavori un valore scientifico e/o vincolante. Ha quindi apprezzato che il tutto si possa ricondurre a un “documento informativo” su quanto fatto, invitando però a prendere atto che il percorso é a un vicolo cieco. Ha apprezzato quindi la possibilitá introdotta da Tschurtschenthaler di presentare relazioni di minoranza. “La Convenzione non é fallita”, ha detto Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) “ma dobbiamo stare attenti a che questo non avvenga”. Ha quindi sostenuto l’emendamento di Tschurtschenthaler, chiedendogli di adottare la parola “proposte” invece che “suggerimenti” e ritenendo il riferimento all’art. 103 non fondamentale. Bisogna però chiedersi come sará possibile attuare le proposte, visto che i Governi non sono mai bendisposti verso l’Autonomia e l’ultimo “caso Berger” dimostra quanto rispetto c’é per le minoranze. ha quindi chiesto quando sarà trasmesso il parere sull’Autonomia promesso per l’estate. Andreas Pöder (BürgerUnion-Südtirol-
Il pres. Arno Kompatscher ha ricordato che fin da subito era stato definito lo scopo della Convenzione dei 33. È vero che lo Statuto era nato a Roma in seguito a trattative, ma senza coinvolgere la popolazione a causa della situazione storica; ora é necessario un processo partecipativo, e nessuna richiesta può essere definita ridicola. Se ci si concentra su singoli articoli, lo spazio di manovra é limitato: si tratta di decidere cosa si vuole raggiungere e sviluppare con lo strumento dell’Autonomia, e lo stesso processo ha effetti positivi; le posizioni estreme o che sembrano tali ci sono, di fatto, nella popolazione, ed é giusto tematizzarle. Il lavoro é fatto in modo serio, e alla fine ci sará un risultato che lo rispecchia: on sarà lo Statuto, che é una legge costituzionale che va votata dal Parlamento, quindi era sbagliato pensare che fosse questo il documento finale. piuttosto che stendere un testo ad articoli, ha più senso elencare limiti esistenti e obiettivi. La formulazione degli articoli sarà oggetto di trattative su vari livelli, cercando di avvicinarsi agli obiettivi indicati dalla Convenzione, che non viene svalutata nemmeno se si dice che è più difficile procedere ora, di quanto non sarebbe stato con un “sì” alla riforma. E é un fatto che lo Statuto riguarda la regione, i cui organi vanno quindi informati. Respinto l’emendamento di Dello Sbarba (4 sì, 25 no, 4 ast.), approvato quello sostitutivo di Tschurtschenthaler (19 sì, 7 no, 8 ast.), é risultato approvato anche l’articolo.
Approvati infine gli artt. 11 e 12, riguardanti disposizione finanziaria ed entrata in vigore.
Nell’ambito delle dichiarazioni di voto, Andreas Pöder (BürgerUnion-Südtirol-Ladinien) ha annunciato voto contrario, soprattutto per questa modifica alla Convenzione, istituita con altri obiettivi. Il consigliere ha aggiunto che nella Convenzione ci sono anche consiglieri, chiamati in pratica a dare suggerimenti a se stessi. Si é partiti male e si continua peggio, lavorando alla carlona. La proposta di legge contiene lacune notevoli, ed è un peccato che fossero stati respinti gli emendamenti di heiss al 10ter.
Alessandro Urzì (L’Alto Adige nel cuore) è ritornato sul tema della Convenzione, dicendosi soddisfatto dell’approvazione dell’emendamento Tschurtschenthaler, che restringe il valore dell’iniziativa, anche se il presidente Kompatscher afferma il contrario. Ha quindi sottolineato che a un testo di legge si sarebbe arrivati probabilmente lavorando con emendamenti su un testo iniziale: ora che questa procedura non ci sará più, a chi spetterá scrivere il suggerimento al Consiglio? Probabilmente il presidente dei 33, ma molti non saranno d’accordo, e quindi ci saranno una serie di relazioni di minoranza: probabilmente “solo” relazioni di minoranza, perché la sintesi sarà impossibile. Si tornerá quindi esattamente dove si stava.
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freihiet) ha chiesto di rispondere alle domande sulla Convenzione fatte prima.
Pius Leitner (Die Freiheitlichen) ha annunciato voto contrario, perché alcune materie andrebbero regolamentate separatamente, per esempio l’edilizia abitativa, per la quale é stata annunciata una legge di riforma, o i servizi locali, con articolo aggiunto in commissione. Il voto sará negativo anche per l’articolo sulla Convenzione: è avvenuto proprio quanto Mair aveva predetto nella Relazione di minoranza alla legge originaria, ovvero che il lavoro di tante persone verrà annullato. La delusione sarà grandissima.
Anche Hans Heiss (Gruppo Verde) ha annunciato voto contrario, esprimendo delusione per il mancato accoglimento dell’emendamento dei Verdi all’articolo sulla Convenzione, i cui componenti si chiederanno ora dove stanno andando. La proposta di legge inserisce dei correttivi, aumenta le dotazioni per il volontariato e va bene, così come gli emendamenti in tempi ristretti del pres. Kompatscher, anche quello sulla vendita dei prodotti agricoli; non va bene invece l’articolo sulle partecipazioni di Provincia e Comuni, troppo rischioso
Paul Köllensperger (5 Stelle) si é detto in disaccordo con l’articolo sulle partecipazioni e altre disposizioni che ritiene ad hoc. Si tratta in fondo di una legge omnibus, che andava discussa nella prima seduta di dicembre. Egli ha ricordato di aver proposto l’istituzione di un’assemblea consultiva senza la presenza dei politici, cosa che non era stata accolta: ora ci si trova con un’assemblea consultiva in cui i politici sono presenti.
Il pres. Arno Kompatscher ha spiegato a Knoll che il parere sulL’Autonomia da lui richiesto é in fase di traduzione: le varie parti sonos tate tradotte ma manca il controllo tecnico-giuridico: probabilmente sará disponibile a inizio 2017.
Il dlp 107/16 è quindi stato messo in votazione e RESPINTO: la votazione ha dato come esito 16 sì e 16 no, e in caso di parità prevale il no.
La seduta è quindi stata sospesa per una riunione dei capigruppo (fino alle 16.35), convocata dal presidente Roberto Bizzo al fine di capire come procedere con i disegni di legge 106 (Bilancio) e 108 (legge di stabilità). Nello stesso tempo, viene verificata l’ipotesi di un problema tecnico dell’impianto di votazione elettronica.