Quella lettera fatale nell’estate rovente di Gustav Mahler e della moglie Alma a Dobbiaco

“La strage degli innocenti a Betlemme e la lotta dei Centauri sono un gioco da bambini in confronto a ciò che avrei voglia di fare, quando sento le affascinanti “voci della natura” dei giulivi montanari …Oh! Oh! Oh! Se una volta nella vita mi fosse concesso di non essere disturbato. Gli uomini sono tanto rumorosi! Affettuosamente tuo, Gustav”. Così scriveva il celebre compositore Gustav Mahler in una lettera alla moglie Alma. Era il luglio 1909 e Mahler alloggiava al maso Trenker a Carbonin presso Dobbiaco, in Val Pusteria, dove, come noto, trascorse tre estati dal 1908 al 1910. È qui che scrisse i suoi ultimi capolavori: Das Lied von der Erde (Il Canto della Terra), la Nona Sinfonia e l’incompiuta Decima. Da quanto si apprende dalla corrispondenza, nel suo buen retiro pusterese a disturbare il compositore non erano solo i vicini, “Anche il cane mi fa sentire che sono ‘un uomo tra gli uomini’ e abbaia quotidianamente dall’alba fino all’ora dei dolci sogni dei contadinotti”, scriveva ancora il maestro. Certo non poteva immaginare che l’estate seguente a turbare la sua pace ci sarebbero stati ben altri e più gravi problemi, legati alla moglie Alma.
Considerata la ragazza più bella di Vienna, Alma, di 19 anni più giovane di Mahler, era figlia del famoso pittore paesaggista Emil Jakob Schindler. Quando aveva sposato Mahler aveva rinunciato -su richiesta di lui, in una lettera poi molto discussa- alla composizione musicale, a cui si era dedicata fin da giovanissima. Donna colta, brillante e carismatica, Alma Mahler diventerà una delle personalità più influenti della vita culturale delle Mitteleuropa – non a caso è stata definita “musa del secolo”. Da Klimt a Kokoschka, da Arnold Schönberg a Karl Kraus al gruppo di artisti intorno alla Secessione viennese, la sua intensissima vita è costellata di incontri con i giganti della cultura del Novecento. Una vita che, neanche a dirlo, sul piano sentimentale è stata inevitabilmente inquieta.

Alma Mahler Schindler nel 1899, foto Wikipedia

Quando soggiorna a Dobbiaco col marito, nell’estate del 1910, Alma è una donna di 31 anni ed è appena tornata da Tobelbad in Austria, dove era stata per farsi curare, come scrive lei stessa “i nervi malati” scossi anche per via della perdita della prima figlia della coppia, Maria Anna detta Putzi, morta per difterite tre anni prima. Nella stazione termale Alma aveva conosciuto un giovane, che -come spesso accadrà nella sua vita- non aveva resistito al suo fascino e si era subito innamorato di lei. Quel giovane era nientemeno che Walther Gropius, architetto, designer e che diventerà poi un importante rappresentante del Movimento Moderno e soprattutto cofondatore della celebre Scuola Bauhaus.
A Dobbiaco Gropius entra in gioco però per una lettera destinata a sconvolgere l’esistenza di Mahler. La missiva arriva al compositore il 29 luglio 1910 – è una lettera d’amore per la moglie Alma, a cui Gropius voleva in realtà spedirla. Anche a quarant’anni di distanza Gropius continuerà a sostenere la versione dell’errore involontario rispetto all’accaduto. Insomma, fu un tipico “lapsus freudiano”. A proposito, Mahler rimarrà talmente colpito dall’episodio che decide di elaborarlo con quello che oggi definiremmo “uno più che bravo”, nientemeno che Sigmund Freud, padre della psicoanalisi.
Tornando nelle stanze del maso Trenker a Dobbiaco: Mahler è devastato, la tragedia è in atto, ma la coppia rimane insieme, Alma non fugge via con Gropius (almeno non ancora), che qualche giorno dopo avrà però addirittura l’ardire di arrivare fino in Pusteria a trovarla. Nonostante le rassicurazioni, da quel momento il compositore vive però nel terrore di perdere la moglie. Nelle sue memorie, Alma racconta che si ritrovava Mahler in piedi a guardarla mentre dormiva di notte, mentre la mattina le faceva trovare sul comodino poesie e lettere piene di struggimento e tenerezza, in cui la chiama “respiro della mia vita” o “mia amata, pazzamente amata Almischili”. Secondo la critica, in questa serie di poesie risuonerebbero delle analogie con due sue opere, ovvero l’Ottava e l’ultima scena del Faust.
È sempre a Dobbiaco, in quella turbolenta estate, che il maestro sembra pentirsi per aver imposto alla moglie di smettere con la musica. Ritrova i Lieder che lei aveva composto da ragazza, e insiste per pubblicarli “Cos’ho fatto? Questi Lieder erano belli, eccellenti. Esigo che tu vi lavori ancora e li pubblicheremo…mio Dio, com’ero di idee ristrette!” avrebbe esclamato mentre si precipitava incontro ad Alma che tornava da una passeggiata. Anche se i Lieder verranno pubblicati, Alma Mahler non riprenderà mai veramente il lavoro di compositrice. Solo due anni più tardi, l’11 maggio 1911, Gustav Mahler morirà a causa di un’endocardite maligna e incurabile.

La tomba di Alma Mahler al cimitero di Grinzing a Vienna. Con lei è sepolta la figlia Manon avuta da Gropius e prematuramente scomparsa. Foto Venti3.

Alma Mahler, a cui sarebbe stato impedito di diventare un’artista, farà invece della propria vita un’opera d’arte “Il dovere di noi è sedurre, attrarre, risplendere quando più possiamo” era un suo motto. Dopo un periodo difficile per la perdita del marito, continuerà la sua esistenza intensa, grande dame della società viennese dell’epoca. Thomas Mann la definì “grande vedova”, mentre non senza malignità per altri fu la “vedova di tutte le arti” viste le sue relazioni con grandi personalità non solo della musica, ma anche dell’arte, dell’architettura e della letteratura: nel 19015 sposa Walther Gropius, che lascia per lo scrittore Franz Werfel. A questi si aggiunge la turbolenta relazione con il pittore Kokoschka, che per lei impazzirà d’amore arrivando a farsi costruire addirittura una bambola a sua somiglianza (ma questa è un’altra storia, mirabilmente raccontata da Camilleri ne “La creatura del desiderio”). Alma Mahler, di cui il 31 agosto ricorrono i 145 anni dalla nascita, muore all’età di 85 anni l’11 dicembre 1964 ed è sepolta a Vienna nel cimitero di Grinzing.

Caterina Longo

Le citazioni dalle lettere sono tratte da Alma Mahler, Gustav Mahler, ricordi e lettere, a cura di Luigi Rognoni (edizione aggiornata a cura di Silvia De Laude), Il Saggiatore, 2015 e da Catherine Sauvant, Alma Mahler, Musa del secolo, Odoya, 2013 e Alma Mahler Werfel, La mia vita, Castelvecchi, 2012.

Immagine in apertura: Gustav e Alma Mahler a Dobbiaco nel 1909. Foto Wikipedia

 

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