La Loacker compie cent’anni. Tutto cominciò grazie alla passione di Alfons per il calcio

Era il 1925 quando Alfons Loacker aprì a Bolzano una propria pasticceria, oggi a cent’anni di distanza, l’azienda nata da quella pasticceria fattura oltre 400 milioni di euro e produce oltre un miliardo di “pezzi” ogni anno. L’azienda, che ha sede ad Auna di Sotto, sulle pendici del Renon, presenterà nei prossimi giorni il programma delle celebrazioni del centenario, ma val la pena ricordare che le fortune dell’azienda nota in tutto il mondo per i suoi wafer, devono molto alla passione del suo fondatore per il calcio.
Alfons Loacker, originario di Götzis nel Voralberg, si era trasferito a Bolzano a inizio Novecento  e, una volta terminata la prima guerra mondiale, cominciò a correre dietro al pallone con la casacca a strisce bianco e verdi del Rapid di Bolzano, squadra evidentemente ispirata all’omonima fondata a Vienna nel 1899.  Il fondatore della Loacker passava ogni domenica pomeriggio a giocare a calcio con l’FC Rapid Bozen, ma, a causa del lavoro in pasticceria, gli restava pochissimo tempo  da poter dedicare al Fußball. L’attività di pasticcere richiedeva molto lavoro, soprattutto nelle ore notturne, per poter garantire prodotti freschi ogni mattina e di giorno non restavano molte energie per altre attività. Alfons decise, quindi, di dedicarsi alla produzione di un dolce che rimanesse fresco più a lungo e richiedesse un impegno meno gravoso: fu così che nacquero i wafer Loacker e fu così che Alfons trovò il tempo da dedicare alla sua passione calcisitica

Le partite dell’Fc Rapid Bozen

Le prime partite, giocate sul greto del Talvera, videro il Rapid impegnato soprattutto contro lo Sportklub Merano prima squadra sudtirolese. Loacker, particolarmente apprezzato per la velocità e la determinazione, giocava come terzino destro, ma si impegnò anche sulla fascia sinistra e come stopper. A partire dal 1920 si incominciarono ad organizzare i primi tornei locali e, oggi come allora, il nemico pubblico numero uno era l’arbitro. Le cronache del maggio 1920 descrivono il match tra i soliti Sportklub Meran e Rapid Bozen, interrotto sul due a due dopo che i giocatori bolzanini si erano ritirati per protestare contro il direttore di gara che aveva espulso due compagni di squadra.  Un mese dopo il bis, ma questa volta a ritirarsi furono i giocatori meranesi.  Erano gli anni in cui la passione calcistica si diffuse in tutta Europa, tornei e amichevoli si moltiplicarono fino al 1925, quando si decise di disputare il primo campionato di calcio sudtirolese. Le squadre iscritte erano il Rapid, l’Amateure, il Südstern, lo Sportklub Meran, l’Hansa e l’Hochpustertal. L’impegno divenne più gravoso  e non è escluso che sia stato proprio questo a spingere Alfons Loacker a dedicarsi ai wafer. A posteriori, la scelta si dimostrò decisamente lungimirante dal punto di vista imprenditoriale, ma molto meno dal punto di vista calcistico, perché il fascismo che tutto doveva controllare, decise di mettere “in riga” anche le società sportive e nel 1927 il Rapid venne sciolto e incorporato nell’Ente Cittadino Educazione Fisica.

Una foto del Bozner Fussball Club

La fine della seconda guerra mondiale permise al calcio sudtirolese di riorganizzarsi e Loacker, superata l’età per indossare maglietta e pantaloncini, decise di ripartire come dirigente. Nel 1960 contribuì a ricreare il Rapid come squadra Juniores, allenata da Karl Dibiasi, padre di Klaus, e nel 1962, diventando vicepresidente del neonato Bozner Fussball Club che contribuì a fondare insieme a Alois Decarli, Nikolaus Corradina, Josef Maffei, Oskar Trenner e Max Auer.

Massimiliano Boschi

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