M49, ennesima cattura. L'Enpa: «Ignobile persecuzione»
Catturato, ancora, l’orso M49. A comunicarlo è il Corpo forestale provinciale di Trento, con una nota che «comunica l’avvenuta cattura di M49, l’orso fuggito dal recinto del Casteller a fine luglio. L’operazione è stata portata a termine nella zona del Lagorai, dove l’animale si trovata nell’ultimo periodo, mediante trappola a tubo, già utilizzata in passato per questo stesso esemplare».
Termina così dopo 42 giorni l’ennesima fuga di M49, un orso diventato ormai celebre in tutto il Paese. L’orso M49, conosciuto a livello nazionale con il nome di Papillon, risulta dotato di radiocollare, a differenza della prima volta quando fuggì dal recinto appena dopo la cattura. Il presidente della Provincia, che si è inserito nella discussione sull’assestamento del bilancio provinciale, ha assicurato al Consiglio aggiornamenti sul tema nel prosieguo dei lavori in aula.
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M49, la storia della sua fuga
L’orso era stato catturato dai forestali trentini domenica 14 luglio 2019 in Val Rendena, e subito dopo essere stato rinchiuso a Casteller, a Trento, era riuscito a fuggire scavalcando una recinzione elettrificata. Da quel momento è partito il vagabondaggio tra i boschi trentini e altoatesini: prima gli avvistamenti a Marzola, poi l’arrivo a Passo Oclini e sul Bletterbach dove ha avuto un incontro con un escursionista. Poi un lungo letargo fino a fine aprile appunto quando fu catturato.
M49 è ormai al centro di un ampio dibattito: giusto continuare a rincorrerlo per ingabbiarlo, così da evitare aggressioni agli uomini, oppure meglio rispettare la sua libertà in natura, con gli animalisti (e non solo) che ricordano come in fondo il bosco è il suo habitat? L’Enpa, ente protezione animali, ha già sentenziato. «Si tratta di un atto estremo di una ignobile persecuzione dell’animale simbolo della biodiversità, della libertà e della natura. Un orso che non si è mai reso colpevole di nessun atto di aggressione verso gli umani ma che è diventato suo malgrado elemento di gioco politico. Ci rivolgeremo anche all’Unione Europea ma chiediamo da subito un fortissimo ed immediato intervento del Ministro dell’Ambiente Costa. Ci chiediamo anche ci sono prove dell’identificazione dell’animale?».