Mancanza di materie prime, l'appello delle imprese altoatesine: «Riportare in Europa la produzione strategica»
Microchip, acciaio, rame, alluminio, semiconduttori, legno, materiali isolanti: in molti settori le imprese altoatesine denunciano difficoltà di approvvigionamento per materie prime e componentistica. Il problema è trasversale a tutti i comparti del manifatturiero – dall’automotive all’edilizia – e in prospettiva rischia di avere pesanti ripercussioni sull’attività delle imprese e comportare problemi anche per i consumatori.
In una nota congiunta, lvh.apa, CNA e Assoimprenditori Alto Adige evidenziano le difficoltà con cui si stanno confrontando le imprese manifatturiere. A causa della carenza di materie prime, un primo problema è quello di rispettare i tempi di consegna. I tempi delle forniture si sono infatti molto allungati per la scarsa reperibilità dei materiali e il rischio è quello di vedere un rallentamento – o nella peggiore delle ipotesi anche un fermo – della produzione. La scarsità di materie prime ha comportato anche un aumento dei loro prezzi, ed anche questo fattore si ripercuote sui prodotti finali. Il tutto si inserisce in un contesto in cui – a causa delle limitazioni anti-Covid – spostamenti e trasporti sono già fortemente condizionati.
Per Martin Haller, presidente di lvh.apa, Claudio Corrarati, presidente di CNA, e Federico Giudiceandrea, presidente di Assoimprenditori Alto Adige, diventa prioritario investire sulla competitività dei territori e promuovere in particolare le produzioni strategiche per l’economia. “Un ruolo fondamentale sarà quello dell’Europa, che ha già approvato una strategia di reindustrializzazione che riconosce al settore manifatturiero un ruolo trainante nella creazione di posti di lavoro di alta qualità, investimenti sul territorio e contributo all’export e all’innovazione. Allo stesso tempo servono anche politiche locali che rendano l’Alto Adige ancora più competitivo come business location: infrastrutture moderne, investimenti nella formazione, prezzi energetici competitivi sono solo alcuni degli ambiti su cui è possibile intervenire”.
Con oltre 50mila posti di lavoro dipendente, il settore produttivo è il più importante datore di lavoro privato del nostro territorio. Le imprese manifatturiere sono quelle che con una percentuale che sfiora il 90% hanno la più alta quota di contratti a tempo indeterminato e i posti di lavoro più sicuri. Con un valore aggiunto del 25% del totale, contribuiscono più di ogni altro settore economico al nostro PIL e al finanziamento dei servizi pubblici. Le aziende produttive generano oltre l’80% dell’export provinciale e oltre il 70% degli investimenti in ricerca e sviluppo.