La stagione 2024 delle mele altoatesine tra produzione in calo e crisi climatica

La raccolta delle mele in Alto Adige, regione che produce circa il 40% del totale nazionale, è entrata nel vivo e le prime stime per la stagione 2024 delineano un quadro caratterizzato da un leggero calo della produzione. Nonostante le sfide legate alle condizioni climatiche estreme, la qualità delle mele si conferma alta, e le prospettive di mercato appaiono incoraggianti.
La raccolta delle mele in Alto Adige è iniziata con la varietà Gala, una delle prime a maturare e che secondo Georg Kössler, Presidente del Consorzio Mela Alto Adige,  particolarmente in anticipo quest’anno rispetto alla media stagionale. “Siamo soddisfatti dei risultati” – afferma Kössler – “I volumi raccolti sono in linea con le previsioni, seppur leggermente inferiori rispetto allo scorso anno. La qualità del prodotto è comunque buona, grazie al lavoro dei nostri agricoltori che hanno saputo gestire al meglio le difficoltà legate al clima.”
Le previsioni per la stagione 2024 indicano una produzione complessiva di mele in Alto Adige intorno alle 200.000 tonnellate, segnando una flessione del 9% rispetto all’anno precedente.
La riduzione dei volumi di produzione in Alto Adige e in altre regioni italiane è attribuibile principalmente alle avverse condizioni climatiche. Le gelate primaverili, che hanno colpito molte aree frutticole, hanno danneggiato in particolare le piante situate sopra i 500 metri sul livello del mare. A ciò si è aggiunto un periodo estivo caratterizzato da temperature elevate, che ha reso più difficile la maturazione ottimale dei frutti. Per l’Italia si stima una produzione totale di 2.162.495 tonnellate, leggermente inferiore (-1%) rispetto allo scorso anno.
“La nostra produzione ha risentito in parte del clima” – spiega Kössler – “ma fortunatamente la qualità delle mele è rimasta alta. I nostri agricoltori hanno saputo adattarsi, mettendo in atto misure di protezione contro le gelate e utilizzando tecniche avanzate per garantire una raccolta di mele in buone condizioni”. Queste misure di adattamento sono state fondamentali per preservare le caratteristiche organolettiche delle mele altoatesine, che non hanno subito variazioni significative in termini di calibro e colore rispetto allo scorso anno. Tuttavia, alcune varietà si sono dimostrate più sensibili alle condizioni climatiche avverse rispetto ad altre, come la Golden Delicious e la Gala, che hanno registrato flessioni significative.

Irrigazione antibrina. Foto courtesy Consorzio Mela Alto Adige

La diminuzione della produzione di mele non è un fenomeno isolato all’Alto Adige o all’Italia, ma si riflette in gran parte dell’Europa. Le stime per il 2024 indicano un raccolto europeo complessivo di 10.207.000 tonnellate, inferiore dell’11% rispetto allo scorso anno e del 14% rispetto alla media produttiva dei tre anni precedenti. La Polonia, il maggiore produttore di mele dell’UE, registra un calo previsto del 20%, con una produzione stimata di 3.190.000 tonnellate. Altri paesi come la Germania e la Francia prevedono rispettivamente diminuzioni del 16% e del 3%. Tuttavia, non mancano le eccezioni: Spagna, Grecia e Slovenia mostrano una crescita significativa, con incrementi rispettivi del 9%, 57% e 26%.
 “Nonostante le difficoltà produttive, le prospettive di mercato per la stagione 2024/2025 appaiono positive”, aggiunge Kössler. La diminuzione complessiva della disponibilità di mele per il mercato fresco e per la trasformazione nell’UE lascia intravedere la possibilità di un rialzo dei prezzi, scenario auspicato dai produttori che nelle ultime stagioni hanno visto aumentare i costi di produzione. L’ipotesi più accreditata è che il mercato per il fresco possa riconoscere prezzi mediamente più elevati rispetto agli anni precedenti. La riduzione dell’offerta, combinata con una domanda stabile, potrebbe creare le condizioni per una maggiore remunerazione dei produttori, che da tempo lamentano difficoltà nel coprire i costi crescenti legati al cambiamento climatico, all’aumento dei costi energetici e alla comparsa di nuovi agenti patogeni.

Georg Kössler, Presidente del Consorzio Mela Alto Adige. Foto courtesy VOG.

Il cambiamento climatico rappresenta una delle sfide più importanti per il settore melicolo in Alto Adige e in tutta Europa. Le anomalie climatiche, come le gelate tardive, le ondate di calore e le piogge abbondanti, stanno rendendo sempre più difficile prevedere il comportamento delle colture e garantire raccolti stabili.
Il settore melicolo dovrà continuare ad adattarsi e innovare per affrontare le sfide poste dal cambiamento climatico e dalle dinamiche del mercato globale. Solo così potrà mantenere la sua competitività.

Immagine in apertura: Raccolta mele Gala. Foto courtesy VOG

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