Il metaverso sbarca al coworking DRIN di Bolzano
Alzando la testa da per terra lo sguardo si perde sull’immensa vastità del Gran Canyon dell’Arizona. I passi sono corti e decisi perché il terreno roccioso è stabile, ma a quell’altezza fa comunque paura guardare giù di sotto, verso lo strapiombo. Tutto d’un tratto però basta un movimento con la mano destra per ‘shiftare’ location e ritrovarsi nella Gola del Siq, a Petra, in Giordania. Teletrasporto? Non ancora, anche se il visore Oculus Quest 2 di Meta è forse la cosa che ad oggi più gli si avvicina. I luoghi descritti sopra sono infatti rappresentati in realtà virtuale, tecnologia che ha compiuto passi da gigante negli ultimi anni, attirando l’attenzione di multinazionali come Meta di Mark Zuckenberg, appunto, che ne ha intercettato le potenzialità andando a investire nel cosiddetto Metaverso, l’espansione virtuale del mondo reale. Un concetto ancora complicato da definire e apparentemente senza confini, ma che per molti rappresenta già l’evoluzione di internet con tanti brand nel mondo che hanno deciso di studiarne i vantaggi per espandere i propri piani di business.
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L’associazione BeYoung di Bolzano ne ha acquistati due per il coworking DRIN di corso Libertà 34, e ci ha invitato a testarli in anteprima. L’apparecchiatura si compone di un visore che si monta in testa e di due joystick che vanno a riprodurre le nostre mani all’interno del mondo digitale. Il tutto è collegabile al pc e alla televisione. Una volta acceso il visore ci si ritrova di fronte a una schermata piena di applicazioni che permette di scegliere cosa fare: è possibile, come detto, andare ad esplorare a 360 gradi diversi luoghi nel mondo sollevando pietre che in realtà non esistono, ma anche giocare ai titoli più divertenti utilizzando i joystick come spade laser per distruggere cubi a ritmo di musica. Una sorta di ‘Guitar Hero’ rivisitato, per intenderci. Ma c’è anche molto di più: “Il visore può essere utilizzato come strumento ludico e d’intrattenimento, ma offre anche la possibilità di programmare call di lavoro a distanza – spiega Aaron Damian, responsabile dell’associazione -. Sono tecnologie avanzate. Per esempio, se un’intera classe avesse in dotazione questi visori potrebbero andare tutti in gita in un museo. Per molti questo concetto tecnologico non è ancora chiaro, ma nei prossimi anni lo diventerà sicuramente”.
Inoltre, il prezzo relativamente basso dell’attrezzatura (siamo attorno ai 500 euro) ne permette l’accessibilità praticamente a chiunque. Anche alle imprese: in Alto Adige, ad esempio, la Würth sfrutta l’Oculus Quest per mostrare ai suoi clienti come verrà fuori il bagno che stanno ristrutturando, dando loro la possibilità di scegliere le nuove piastrelle e di entrarci a tutti gli effetti. Stessa cosa fanno molte agenzie di Real Estate in giro per il mondo quando devono vendere grandi case di lusso. E neanche il mondo del calcio è riuscito a resistere alla tentazione di far parte del metaverso: solo qualche giorno fa la partita di Serie A tra Milan e Fiorentina è stata la prima trasmessa all’interno di ‘The Nemesis’, metaverso italiano aperto a utenti di tutto il mondo. I punti negativi di questo visore sono invece sostanzialmente due: il primo è che dopo una sessione prolungata è quasi impossibile non sentirne gli effetti sul collo (il suo mezzo chilo di peso si sente tutto). E poi va segnalata la possibilità di giramenti di testa e nausea dovuti all’estrema vicinanza delle lenti agli occhi.
BeYoung farà provare i visori a chiunque è interessato quest’oggi al DRIN alle ore 18, durante il consueto evento aperitivo gratuito del giovedì, questa volta in realtà aumentata. Un’occasione per farsi un’idea sullo ‘stato dell’arte’ della tecnologia e di quello che ci aspetta nel prossimo futuro. E perché no, anche per fare un salto in giro per il mondo.
Alexander Ginestous