Brennero, Vienna minaccia l'arrivo dei mezzi corazzati. Kompatscher: situazione tranquilla
Pronti a «difendere il confine». Con tanto di quattro mezzi corazzati già pronti in Tirolo e 750 militari in arrivo. Non si preoccupi il lettore: non è un bollettino di guerra, non siamo tornati indietro di cent’anni. Semplicemente è la «linea del Piave» che l’Austria sta innalzando al Brennero, preoccupata, come spesso negli ultimi mesi, di un arrivo indiscriminato di immigrati. Sebastian Kurz, il ministro degli esteri austriaco, ha parlato letteralmente di «difesa del confine». E i termini che arrivano dall’Austria sono sempre più bellici, in tutti i sensi.
Siamo ancora nelle celebrazioni del centenario della Grande Guerra: fa più effetto sentire certe affermazioni. Fra l’altro, a quanto pare, dall’Austria escono più immigrati di quanti ne entrano. Non pare esistere nessuna emergenza. Se non una, ormai cronica, di mancanza di buonsenso.
L’annuncio del Ministro della difesa austriaco, Hans Peter Doskozil, di voler intensificare i controlli al confine di Stato del Brennero, utilizzando anche l’esercito, in vista di un possibile incremento dell’arrivo di profughi sul suolo italiano sta provocando diverse reazioni. Tra queste, anche quella del presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, il quale sottolinea che «questa notizia non rappresenta nessuna vera novità. Il susseguirsi di annunci relativi a misure più rigide è da collegarsi al fatto che in autunno in Austria sono previste le elezioni politiche». Kompatscher, spiega che «già in passato Vienna aveva più volte comunicato di voler eseguire tutti gli interventi preparatori in vista della possibile attuazione di un sistema più rigido di gestione dei confini».
Il presidente altoatesino aggiunge che «il tema torna ora d’attualità in quanto vi è una crescita dei flussi migratori attraverso la rotta del Mediterraneo, e dopo la pressante richiesta avanzata dall’Italia di una maggiore solidarietà a livello europeo. In realtà al Brennero la situazione risulta al momento stabile e sostanzialmente tranquilla, non si segnalano grandi numeri di passaggi illegali, e non bisogna dimenticare che l’Unione Europea non ha autorizzato controlli che vadano oltre a quelli previsti dal regime di Schengen: all’interno di questa cornice giuridica, infatti, i controlli ci sono già e funzionano grazie all’ottima collaborazione fra Italia e Austria».