Mobilità, modello Copenhagen: arrivano i percorsi ciclabili veloci
Copenaghen sta indicando la strada: gran parte della mobilità quotidiana vi si svolge in bicicletta. Del fatto che l’Alto Adige possa prendere esempio dalla capitale danese si è convinto l’assessore provinciale alla mobilità Daniel Alfreider durante un viaggio esplorativo. L’attenzione non era incentrata sul turismo, ma sulla mobilità quotidiana. “La gente di Copenhagen va in bicicletta perché è un mezzo di trasporto semplice e veloce, e i ciclisti hanno il diritto di precedenza. Anche l’Alto Adige è molto adatto alla mobilità ciclabile nella vita di tutti i giorni, ed è importante sfruttare tutte le potenzialità per facilitare la vita il più possibile ai ciclisti: servono infrastrutture adeguate, ma anche un cambiamento culturale”, ha sottolineato oggi (28 novembre) Alfreider alla conferenza stampa sulla mobilità ciclabile al Museion di Bolzano.
“L’obiettivo è fare dell’Alto Adige una regione modello per la mobilità ciclabile entro il 2030″ afferma Alfreider. Per raggiungere questo obiettivo si punterà sulle piste ciclabili, ma non solo. L’attuale rete di piste ciclabili dell’Alto Adige è lunga circa 480 chilometri. Circa 180 chilometri di questi sono i cosiddetti percorsi quotidiani, i rimanenti 300 chilometri sono utilizzati come percorsi turistici e per il tempo libero. Entro il 2030, le distanze giornaliere devono essere aumentate a oltre 200 chilometri. Nei prossimi 10 anni saranno realizzati 50 chilometri di percorsi ciclabili veloci, di cui finora non c’è esempio in Alto Adige, con particolare attenzione ai percorsi per pendolari. Come sottolinea Harald Reiterer, responsabile della Green Mobility alla STA, “le piste ciclabili per distanze fino a 15 chilometri sono una conveniente alternativa alle automobili”. Nell’ambito di 4 progetti pilota negli agglomerati urbani di Merano, Bolzano, Bressanone e Brunico è quindi prevista la costruzione di percorsi ciclabili rapidi per l’accesso diretto ai centri storici. Secondo Reiterer, c’è ancora più bisogno di aumentare l’attrattiva della bicicletta come mezzo di trasporto “tramite parcheggi sicuri e ben tenuti, manutenzione delle piste ciclabili durante tutto l’anno, promozione del trasporto intermodale, maggiore visibilità e sicurezza per i ciclisti”.
Anche le comunità comprensoriali, responsabili della rete di piste ciclabili sovracomunale, e i Comuni svolgono un ruolo importante sulla strada verso la regione modello. Esempi sono stati riportati da Luis Kröll, presidente della comunità comprensoriale del Burgraviato, e Andreas Schatzer, presidente del Consorzio dei Comuni e sindaco di Varna, che ha acquistato 60 biciclette elettriche nel suo comune e le ha messe a disposizione dei cittadini a fronte del pagamento di un piccolo canone di noleggio. Heidi Ursch di Terlano ha dimostrato che il ciclismo rende felici le persone, perché ogni giorno si reca a Bolzano in bicicletta e ama il movimento e la natura. “Tutto questo dimostra che l’Alto Adige, nonostante la sua posizione alpina, può fare il passo verso un futuro ancora più favorevole alla bicicletta”, ha concluso l’assessore Alfreider. Tutte le misure dovrebbero contribuire ad aumentare la percentuale di spostamenti in bicicletta in Alto Adige fino a oltre il 20% entro il 2030. Al momento questo è l’11%.
Nasce l’ufficio centrale di coordinamento
Al fine di raggruppare i vari sforzi per la mobilità ciclistica, la Giunta provinciale ha deciso martedì scorso (26 novembre) di istituire un ufficio centrale di coordinamento. Sarà insediato presso la Ripartizione mobilità e riunirà tutti gli attori – Dipartimenti provinciali, Comuni e comunità comprensoriali, nonché istituti e associazioni – a un unico tavolo.