Da Merano a Bressanone: il tour delle palme in Alto Adige
Alto Adige. Le chiome eleganti e i fusti sinuosi delle palme sullo sfondo di vette innevate sono ormai un classico delle pubblicità e brochure turistiche di diversi comprensori altoatesini. Neve e tropici sono un contrasto che affascina, ma non stupisce. Il Trachycarpus fortunei, la palma cinese, si trova spesso in Alto Adige: accoccolata al riparo dai venti al caldo nella conca meranese, nella passeggiata Gilf o Tappeiner, o a Bolzano, sulla passeggiata del Guncina. Qui è in compagnia di altri ospiti, altrettanto esotici e stranieri– ulivi di Gerusalemme, agavi americane, fichi d’india. Nei giardini privati, la palma è un must have e spesso il tocco perfetto per le architetture liberty di fine secolo di tante villette. Insomma, la palma è amata, ma rimane confinata al decorativo di case private e passeggiate: al contrario che in molte città italiane, in Alto Adige non ha infatti conquistato il tessuto urbano cittadino e le piazze.
Ma come è giunta dai subtropici alle Alpi, la palma? A Merano la prima palma cinese fu piantata nel 1878 nel giardino di Castel Maur, oggi Hotel Palace. Dalla brochure dei Giardini di Castel Trauttsmansdorff -che ospita uno spettacolare palmeto con tanto spiaggetta sabbiosa- si apprende che la “regina” delle piante veniva protetta dalle nevi invernali con una tettoia. Durante la prima guerra mondiale, non si ebbe più tempo di dedicarsi alle tettoie per le palme. E, come spesso accade in questi casi, si vide che ce la facevano benissimo a resistere anche sotto la neve.
A guardare bene, anche se in altra forma, le palme si erano fatte strada ben prima nella patria di Andreas Hofer. Che era più che ventenne quando il pittore Karl Henrici dipinse per la famiglia Menz di Bolzano, nel 1789, la “stanza delle cineserie” nell’omonimo palazzo, con tanto di palme svettanti a fare da sfondo*. Era la moda per le cineserie, fascino e nostalgia per l’esotico e un mondo presumibilmente intatto — moda diffusa, a quel tempo, in tutta Europa.
Neanche il vescovo di Bressanone rimase immune: anche nel palazzo vescovile spuntarono le palme nel salottino cinese, sulle tappezzerie dipinte dall’artista Franz Altmutter all’inizio del 1800. Sempre a Bressanone, palme a grandezza naturale decorano la stanza della torre della casa Scheuchegg in via Bruno, forse ispirate agli affreschi di Henrici.
(Cat.Lo)