Presentato il Piano Clima 2040 dell'Alto Adige: "Dobbiamo assumerci le nostre responsabilità"
La Giunta provinciale ha approvato all’unanimità il “Piano Clima 2040 dell’Alto Adige” , presentato in un’affollata conferenza stampa che ha fatto seguito alla riunione dell’esecutivo. “Non possiamo salvare il mondo ma dobbiamo assumerci la responsabilità per la parte che ci riguarda: agire è anche un obbligo giuridico, come imposto dalle normative statali ed europee” ha esordito il Presidente della Provincia Arno Kompatscher, precisando che “il piano non riguarda solo l’ecologia, come spesso si è portati a pensare, ma anche il sociale e l’economia”. In concreto, il Piano Clima comprende un articolato elenco di misure previste in 17 campi d’azione (comunicazione e sensibilizzazione, giustizia sociale, trasporto pesante e merci, trasporto passeggeri, edilizia, riscaldamento, agricoltura e silvicoltura, industria, turismo, servizi privati, energia grigia, produzione, stoccaggio e trasporto di energia elettrica, biomassa e riduzione di CO2 a lungo termine, qui è possibile scaricare il documento completo). Il Piano rappresenta la parte specifica del documento strategico generale approvato nel 2022, di cui avevamo parlato qui.
“In totale si tratta di 157 misure, di cui 7 sono già state completate, 109 sono in corso e 41 sono ancora in fase di pianificazione”, ha spiegato il professor Gottfried Tappeiner, coordinatore della Commissione scientifica. Non si tratta di un piano vincolante con carattere normativo, ma uno strumento dinamico, base per un impegno strategico e politico, che vincola la Giunta provinciale a fare le proposte e farle diventare legge.
“Abbiamo deciso di anticipare al 2040 il raggiungimento degli obiettivi climatici fissati dalla Conferenza di Parigi sul Clima per il 2050: non vogliamo affrettare i tempi o sembrare “ambiziosi” a tutti costi, in realtà molti altri Paesi e stati membri dell’UE, come la Germania, hanno fatto la stessa scelta” ha precisato Kompatscher, quasi a voler prevenire eventuali critiche. L’attuazione del piano sarà ulteriormente accompagnata e monitorata da un team scientifico di esperti, da un Consiglio di cittadini e da un gruppo di stakeholder. “Tutti gli istituti di ricerca dell’Alto Adige sono impegnati a raggiungere gli obiettivi del Piano Clima. In riferimento ai risultati scientifici, vorremmo preparare una relazione ogni due anni”, ha dichiarato Alex Weissensteiner, professore di finanza quantitativa presso la Libera Università di Bolzano.
I tre settori chiave
“Sono tre gli obiettivi generali che sono il filo conduttore all’intero documento di pianificazione”, ha spiegato Gottfried Tappeiner. Le emissioni di anidride carbonica (CO2) dovranno essere ridotte del 55% entro il 2030 e del 70% entro il 2037 rispetto ai livelli del 2019; l’Alto Adige dovrà essere neutrale dal punto di vista climatico entro il 2040. La quota di energie rinnovabili deve aumentare dall’attuale 67% al 75% entro il 2030 e all’85% nel 2037, al fine di raggiungere la neutralità climatica come passo successivo. Le emissioni di gas serra provenienti dall’agricoltura e dalla silvicoltura, che oltre alla CO2 comprendono anche le emissioni di protossido di azoto (N2O) e metano, dovranno essere ridotte del 10% entro il 2030 e del 40% entro il 2040 rispetto ai livelli del 2019. “Se dovessimo attuare tutte le misure in tutti i settori che sono economicamente sostenibili, potremmo già attuarne una buona parte. Tuttavia, esiste una questione relativa al finanziamento. Un esempio tra i tanti. L’utilizzo di una pompa di calore può essere redditizio nel corso degli anni. Ma chi possiede davvero 15.000 euro per installarla fin da subito?”, ha detto Tappeiner. Dobbiamo fare tutto il possibile per non lasciare indietro nessuno durante questo grande processo di transizione”. Il numero di cittadini a rischio di povertà dovrebbe diminuire nel corso dell’attuazione del piano climatico”, ha detto Kompatscher.
I trasporti
Nel settore dei trasporti, l’espansione delle ferrovie è la spina dorsale del Piano Clima. La variante Val di Riga, l’elettrificazione della Ferrovia della Venosta, il tunnel a tre binari del Virgolo, oltre l’acquisto di 15 nuovi treni entro il 2026, rappresentano solo alcuni dei principali progetti messi in campo. La mobilità ciclabile, la digitalizzazione e il trasporto a basse emissioni sulla linea del Brennero rientrano tra gli altri temi prioritari. Le piste ciclabili (attualmente 510 chilometri) saranno ampliate, così come le flotte di autobus (390 autobus senza emissioni in 10 anni). La digitalizzazione del trasporto pubblico deve rendere più attraente questo settore; sono previsti sistemi di prenotazione per il car sharing e il bike sharing, così come i taxi o le auto a noleggio devono essere prenotati in anticipo, in previsione del viaggio successivo. Sono 70 le misure avviate per la sola mobilità, che dimostrano l’importanza di questo settore per il raggiungimento degli obiettivi climatici. (una panoramica dettagliata la trovate nei file in appendice).
Stop ai combustibili fossili
Il secondo obiettivo è la riduzione delle emissioni derivanti dai processi di combustione e dalla produzione di energia. Già il punto di partenza è impressionante rispetto ad altre regioni: il 69% dell’energia è generato da fonti rinnovabili – e l’Alto Adige produce il doppio dell’energia che consuma. “Questo è probabilmente l’obiettivo più importante: dobbiamo cercare di allontanarci dai combustibili fossili”, ha dichiarato Wolfram Sparber, responsabile dell’Istituto Eurac per le energie rinnovabili e membro della Commissione scientifica, nonché corresponsabile della valutazione nella fase di attuazione. “Aumentando l’efficienza delle centrali idroelettriche, l’Alto Adige punterà soprattutto sull’energia solare”, ha spiegato Sparber.
“Nei prossimi 15 anni la capacità fotovoltaica sarà triplicata. L’ultimo allineamento delle linee guida di finanziamento nel settore energetico alla fine del 2022 ha già portato a un raddoppio delle domande e a una triplicazione degli investimenti nel settore energetico”, ha riferito il vicepresidente della Provincia e assessore all’Ambiente e all’energia, Giuliano Vettorato. “I contributi provinciali di 35 milioni di euro sono stati compensati da investimenti di 138 milioni di euro nel settore fotovoltaico”, ha proseguito. Gli impianti di teleriscaldamento passeranno sempre più alla biomassa: 71 degli 83 esistenti in Alto Adige la utilizzano già. Nel settore dell’edilizia, il passaggio avverrà gradualmente: i sistemi di riscaldamento puramente fossili non saranno più ammessi nei nuovi edifici, nelle ristrutturazioni e nelle conversioni.
L’agricoltura
La terza fonte principale di gas serra è l’agricoltura. In questo caso, però, non si tratta solo di ridurre l’anidride carbonica, ma anche altri gas serra come il metano e il protossido di azoto. Il piano climatico prevede la promozione di metodi agricoli sostenibili, come l’espansione dell’agricoltura biologica al 25%, la riduzione dell’uso di fertilizzanti e pesticidi sintetici e il miglioramento della salute del suolo, tra l’altro sostituendo i fertilizzanti minerali con quelli organici. Vanno inoltre promossi metodi per il sequestro del carbonio nei terreni agricoli o per aumentare la percentuale di latte di fieno.
Alla conferenza stampa sono intervenuti i rappresentanti di diversi settori: Katja Engl in rappresentanza delle associazioni giovanili, Josef Oberhofer per le associazioni ambientaliste, Wolfgang Obwexer per le associazioni sociali, e Donatella Califano, in rappresentanza dei sindacati.
Cat.L.
Immagine in apertura: il Presidente Arno Kompatscher durante la conferenza stampa. Foto: ASP/Fabio Brucculeri