Piano lupo, le grandi manovre. L'Alto Adige tesse la tela delle alleanze
Fumata nera a Roma: il permanere di posizioni discordanti tra le Regioni ha fatto rinviare la decisione della Conferenza Stato-Regioni sul piano del ministero dell’Ambiente che prevede la sospensione per due anni della decisione su possibili deroghe nel prelevamento dei lupi. Saranno necessari ulteriori incontri e approfondimenti, anche con le associazioni ambientaliste, per tentare di giungere a un parere condiviso. Alla riunione del 6 dicembre delle Regioni nella capitale era presente l’assessora provinciale Martha Stocker, in rappresentanza del collega Arnold Schuler, che sottolinea come anche l’attuale versione del piano non consenta una adeguata tutela per gli animali di allevamento. Alla Provincia di Bolzano è riuscito, informa l’assessore, di ampliare l’alleanza delle Regioni che rifiutano l’attuale proposta di piano: a Trentino e Val d’Aosta si sono aggiunte Toscana e Veneto.
Schuler ha inoltre inviato una lettera ai membri della Conferenza Stato-Regioni per chiedere regole condivise nella gestione del lupo: «Il piano deve essere realistico e attuabile, compresa la possibilità dei prelevamenti». Tra il 2010 e il 2016 si è registrata annualmente la presenza di 2 o 3 esemplari di lupo in Alto Adige, «quest’anno erano già 7 o 8. Servono chiare competenze a livello locale nella gestione dell’animale nei 1736 alpeggi dove pascolano mucche e pecore, perchè la situazione non si combina con lo sviluppo del lupo», conclude Schuler.