Il crollo verticale del PIL altoatesino: -7,3% nel 2020
I dati diffusi ieri dall’Astat sul calo del PIL altoatesino certificano, se ancora ce ne fosse stato bisogno, il crollo economico vissuto, e che sta vivendo, il nostro territorio e la preoccupazione fondata delle imprese verso il futuro. L’Istituto di statistica, partendo dal modello precedente, secondo cui per due mesi di chiusura si stimava una perdita del Pil altoatesino del 3,8%, ha ricalcolato la variazione considerando le riaperture di maggio, una ripresa turistica molto contenuta nei primi periodi (giugno, luglio), per poi via via migliorare con il passare dei mesi, una perdita nel settore della ristorazione a causa delle limitazioni dovute al distanziamento sociale: il risultato è una variazione reale del PIL altoatesino del -7,3% per il 2020 e del +5,1% per il 2021.
Numeri, questi, che la nostro Provincia non ha mai registrato negli ultimi 30 anni, e che comporteranno pesanti risvolti dal punto di vista occupazionale. Basti pensare che con la crisi del 2009, si perse appena il 2,1% del Pil provinciale, per poi recuperare già nel 2010 con +3,1%. Adesso, anche volendo considerare il +1,5% del 2019 e l’auspicabile +5,1% del 2021, non si arriva comunque a colmare il -7,3% del 2020.
A riguardo si è espressa anche CNA-SHV, che dichiara indispensabile cambiare mentalità e approccio alla crisi: “Il panico da virus si deve trasformare in una presa di coscienza collettiva che porti a soluzioni e interventi condivisi e di reale sostegno a tutti i settori economici. L’impressione, in questi giorni, è che ci si stia concentrando molto sul turismo e sui lavoratori mancanti nell’agricoltura, molto meno sugli altri settori, dal commercio di vicinato all’artigianato, dai pubblici esercizi agli ambulanti”, spiega il presidente Claudio Corrarati.
“Occorre cambiare mentalità e approccio alla crisi. L’Alto Adige è sempre stato, negli ultimi decenni, uno dei territori più virtuosi d’Europa, il più performante d’Italia. Adesso non bisogna essere troppo spavaldi, per non alimentare una seconda ondata di virus, ma nemmeno troppo cauti – prosegue Corrarati -. La nostra proposta è di istituire un tavolo permanente Covid-19 per monitorare la crisi, le misure adottate e da adottare e l’effetto sull’economia e l’occupazione, coinvolgendo tutte le parti sociali affinché ci sia una visione collettiva e non una linea pilotata di volta in volta da singole rappresentanze”.