Il PIL altoatesino viaggia a ritmo europeo (e stacca il resto d'Italia)
Cresce più di quello italiano, quasi ai ritmi di Svizzera e Germania, un po’ più dell’Austria. La crisi economica sembra quasi un ricordo lontano per l’Alto Adige: lo testimoniano i dati del PIL diffusi dall’Astat. Dal 2014 in poi, soprattutto, fino al picco del 2016, quando si è toccata quota +2,2%. Per le piccole economie aperte come quella dell’Alto Adige, l’andamento economico, in particolare dei Paesi confinanti, gioca un ruolo decisivo. Il trend positivo di queste economie ha influenzato in maniera rilevante l’economia locale, che è riuscita a crescere, anche quando per l’Italia e per il Trentino continuava la recessione.
In particolare dal 2014 in poi, il PIL dell’Alto Adige è cresciuto in linea con l’andamento del PIL di Austria, Germania e Svizzera. Se si analizzano i dati del PIL dal 2007, posto il 2010 pari a 100, si evidenzia uno scenario a due velocità: da un lato le economie più dinamiche tra cui Germania, Austria e Svizzera, dall’altro il Trentino con un PIL stazionario e l’Italia che, dopo il crollo del 2013, registra una leggera ripresa, ma che fatica a recuperare i livelli pre-crisi. Nel 2016 l’Alto Adige ha registrato un PIL pro capite di 42.500 euro, posizionandosi di poco al di sotto del valore del Tirolo, pari a 43.700 euro, ma nettamente al di sopra del PIL pro capite del Trentino, pari a 35.000 euro.
Dal 2013 in Alto Adige gli investimenti fissi lordi sono costantemente aumentati come nei Paesi confinanti, mentre in Trentino sono diminuiti e in Italia hanno ripreso a crescere solo dal 2014, restando però su livelli nettamente inferiori rispetto al 2007. L’andamento degli investimenti fissi lordi dell’Alto Adige risulta particolarmente positivo anche nel confronto locale, all’interno dell’Euregio. Nel 2016 gli investimenti fissi lordi dell’Alto Adige costituiscono il 26,9% del PIL, contro il 25,3% del Tirolo e il 23,9% del Trentino.