Pinot bianco, alzare i vitigni per migliorarne la qualità
Il pinot bianco è uno dei vitigni più diffusi e conosciuti di tutto l’Alto Adige: circa 535 ettari di terreno coltivati, quasi il 10% della superficie vinicola altoatesina, e un nome che è ormai simbolo di qualità. Negli ultimi 4 anni, infatti, sono stati ben 58 i pinot bianchi altoatesini che hanno ottenuto riconoscimenti a livello nazionale e internazionale, un dato che posiziona questa varietà di vini alle spalle del solo Gewürztraminer. Le caratteristiche aromatiche del pinot bianco altoatesino, però, rischiano di essere messe in difficoltà dai fattori climatici: nell’ultimo secolo, infatti, la temperatura media è aumentata di quasi 2 gradi nell’arco alpino, e l’avvio della vendemmia è stato anticipato di due-tre settimane solo negli ultimi 30 anni. Il pericolo è quello di perdere il tipico aroma fresco e floreale, fatto che risulta aggravato dall’abbassamento del livello di acidità.
Per trovare una soluzione di medio-lungo periodo, dunque, è stato avviato al Centro di sperimentazione Laimburg un progetto di ricerca triennale finanziato dal FESR (Fondo europeo di sviluppo regionale) con un budget di circa 720mila euro e intitolato PinotBlanc. Compito del progetto, che fa seguito ad un’iniziativa analoga realizzata per il Lagrein, è quello di analizzare il collegamento fra altitudine e prodotto, in modo tale da fornire degli spunti di interesse da applicare nelle tecniche di coltivazione, vendemmia e vinificazione. «Lo spostamento delle piante ad un’altitudine maggiore – sottolinea il responsabile del progetto PinotBlanc, Florian Haas – e con temperature meno calde, può rappresentare una buona opzione. Vi sarebbe la possibilità di incrociare le produzioni di montagna con le produzioni di fondovalle, dando vita ad un vino più complesso e strutturato».
Secondo Ulrich Pedri del Centro Laimburg, inoltre, «il pinot bianco ha ancora un buon potenziale di crescita per quanto riguarda la qualità, e ciò andrebbe a migliorare la competitività internazionale di tutta la vitivinicoltura altoatesina». Il progetto di ricerca è suddiviso in tre gruppi di lavoro, da sottolineare la collaborazione di organizzazioni, cooperative e produttori locali.