Pregi, difetti e ritorni economici dei ritiri calcistici in Trentino Alto Adige
L’Alto Adige è da sempre meta prediletta per i ritiri estivi delle società calcistiche di serie A anche se negli ultimi anni sono venute a mancare diverse big come Roma o Inter. Ci siamo fatti spiegare da Francesco Bertagnolli, responsabile dell’Area tecnico-sportiva della Dolomiti Sport Event, cosa è cambiato e come funziona la preparazione ai campionati dei calciatori nella nostra regione.
Perché le squadre di calcio scelgono l’Alto Adige per i ritiri estivi?
In linea di massima scelgono un luogo fresco per sfuggire dalla calura estiva e per potersi allenare in condizioni perfette. È utile anche per cercare di formare quel gruppo che soprattutto all’inizio dell’anno, se composto bene, potrebbe darti grandi vantaggi durante il corso della stagione.
Con quale criterio scelgono la location le società?
Vengono in Trentino – Alto Adige perché, senza offendere nessuno, penso che ci siano le montagne più belle in Italia, insieme a quelle del bellunese. Le squadre trovano gli hotel migliori e vi è un’alta ricettività per i tifosi che seguono la squadra. Poi, essendo regioni autonome che fortunatamente hanno ben utilizzato i contributi nel corso degli anni, ogni paese ha dei bei campi sportivi.
Qual è l’impatto e il ritorno economico per chi ospita i ritiri?
Innanzitutto quello della visibilità che una squadra di calcio di A o di B ti dà soprattutto dal punto di vista mediatico. Chiaramente poi c’è anche l’indotto specifico che dipende da quanto seguito ha la squadra in sede di ritiro.
Qual è la forza di “Dolomiti Sport Event”?
Oggi, le località investono molto meno rispetto al passato, quindi il motivo per cui la Dolomiti Sport Event ha successo è perché è riuscita negli anni a convogliare gli interessi della squadra con quelli di una località che credesse nel loro progetto. Ma anche nel caso in cui questa località non potesse sostenere i costi del ritiro trova in noi un partner commerciale durante l’intero anno. Questo garantisce una visibilità che abbiamo trasformato in risorse economiche per sostenere le spese del ritiro che sono ampie e sempre in crescita.
Possibili problematiche causate dai ritiri estivi? Risse come quella del 2015 tra tifosi del Bologna e dello Spezia spaventano le località turistiche?
Quelli sono inconvenienti del mestiere. Quell’anno ci sono stati dieci tifosi contro dieci tifosi che si erano anche dati un po’ appuntamento e non aspettavano altro. Ma se no non ricordo, anche con tifoserie calde come il Verona, fatti eclatanti. In quell’occasione siamo stati anche un po’ sfortunati, perché in un campo molto piccolo, isolato e che aveva anche un parco giochi per bambini accanto, dieci persone che litigano con altre dieci, amplificano il clamore della vicenda.
Foto Venti3
A proposito di Bologna, il club emiliano ha lasciato il Trentino ed è tornato in Alto Adige, a Valles, come mai?
All’interno delle dinamiche che si susseguono fra la squadra, gli interessi della squadra e gli interessi della località, è venuto meno l’interesse reciproco e dunque si è deciso di cambiare per il naturale esaurimento del rapporto. A volte si ha solo voglia di cambiare. Valles una località che ha creduto fin da subito nel progetto Bologna e secondo me è una località con grandi potenzialità, lo dicono anche i numeri dei pernottamenti che sono in costante crescita. Valles era comunque impegnata da anni nei ritiri estivi, avendo costruito sei anni fa due campi nuovi e aveva dedicato delle attenzioni a mercati atipici come la Repubblica Ceca nel ritiro pre-Europeo. Quest’anno, prima del Bologna, aveva ospitato lo Jablonec, squadra di serie A della Repubblica Ceca. Negli anni precedenti ospitava l’Ingolstadt che ha contribuito allo sviluppo dei campi nuovi quando sei anni fa militava ancora in Bundesliga. Oltre allo Jablonec e squadre di serie A come il già citato Bologna e il Sassuolo, l’Alto Adige apre le porte a squadre di serie B come la formazione locale del Suedtirol in ritiro a Racines, il Parma e lo Spezia, quest’ultimo a Santa Cristina in Val Gardena. Il mercato altoatesino ha però buttato un occhio anche su formazioni estere come l’SC Austria Lustenau, impegnato negli allenamenti a San Martino in Val Passiria, stessa valle scelta anche dall’FC St.Pauli. Silandro ospita l’SpVgg Unterhaching e il Lugano risiederà a Malles. Il Bochum ha scelto Gais, a Chienes si trova invece l’Arminia Bielefeld, mentre a Naz si può assistere all’FC Heidenheim. L’Rb Leipzig ha scelto Riscone di Brunico, località che aveva a lungo ospitato Roma e Inter.
Ecco, in Alto Adige abbiamo perso la presenza di diverse big italiane, come mai?
Perché gli interessi delle big non possono più essere conciliati con quelli di una località turistica. Una località può essere attratta da una grande squadra se e qualora questa poi arriva in ritiro con i giocatori. Attualmente, le nazionali giocano fino a fine giugno e quindi le società sono costrette a dare ferie ai calciatori, i quali arrivano ad aggregarsi alla squadra solo a fine luglio. Non ha più senso per la località investire determinate cifre, o anche per noi costruire determinate progetti con determinate spese non avendo i pezzi pregiati da fare ammirare ai tifosi. Poi le grandi squadre hanno ormai talmente tante esigenze che difficilmente riesci a ospitarle in campi sportivi che non sono strutturati come i centri sportivi che hanno a Milanello, Appiano Gentile, Continassa, Trigoria etc. Una rarità secondo me è il Napoli – ci tengo a precisare che non è gestita da noi, è un progetto di Trentino Marketing e della Val di Sole – ma la società di De Laurentis ha la forza di imporre al mister il ritiro estivo. Secondo me è una scelta molto saggia perché garantisce al tecnico un periodo di preparazione in altura evitando di impegnarsi in tournée che hanno importanti ritorni economici, ma che solitamente non piacciono agli allenatori proprio perché impediscono la preparazione. In tournè sei costretto a giocare partite con giocatori non pronti, sei sballottato avanti e indietro in paesi lontani spesso in ambienti non ideali dal punto di vista climatico. In ritiro, anche l’impegno nelle amichevoli è graduale, mentre le big si ritrovano a giocare col Real Madrid o il Barcellona. Nemmeno loro saranno nel top della condizione, ma credo che sia un danno per entrambi.
Meglio il ritiro in montagna…
Il fascino della tournée per un tifoso italiano non lo comprendo minimamente. Il fascino del ritiro per un tifoso appassionato è che può abbinare facilmente le vacanze – grazie anche a tutte le proposte che l’Alto Adige offre a livello di svago, anche per le famiglie – con la passione per il calcio che, come sappiamo, in Italia è l’unica cosa che non cambia mai.
Stefano Rossi
Immagine di apertura di Sofia Boschi