Bolzano, case sempre più care
I prezzi al metro quadrato delle abitazioni in provincia di Bolzano si confermano i più alti della regione e fra i più caldi d’Italia. Lo confermano i dati dell’osservatorio di «Immobiliare.it», che pone Bolzano come capoluogo più caro con un prezzo al metro quadrato di 3.462 euro, mentre Trento si ferma a una media di circa mille euro in meno, 2.518 al metro quadrato. Rispetto al trend regionale in questo settore di mercato, che segna ancora un -0,6 per cento anno su anno, Bolzano dà segnali positivi e supera, seppure di poco, il punto di pareggio (+0,4 per cento). In lieve perdita, invece, Trento, che chiude il 2017 con un -0,5 per cento. In generale in regione il 2017 si è chiuso con valori stabili.
Comprare una casa in regione costa in media 2.798 euro/mq, il 46 per cento in più rispetto al prezzo medio delle abitazioni nel Nord Italia (1.917 euro/mq). Anche affittare una casa in Trentino Alto Adige costa di più rispetto alla media del Nord, sebbene in questo caso la differenza sia più piccola: in regione il prezzo si attesta sui 9,75 euro/mq contro i 9,25 del Nord. In generale a livello regionale i costi degli affitti segnano una piccola ripresa con un incoraggiante +0,5 per cento su base annua.
Come per il mercato delle vendite, anche per quanto riguarda gli affitti è Bolzano la città dove si spende di più: 13,49 euro/mq contro i 9,75 della media regionale e i 10,24 di Trento. Molto positivi i segnali che arrivano da entrambi i capoluoghi: in particolare Bolzano ha visto, nel corso del 2017, un rialzo del 3,2 per cento sui prezzi delle locazioni. Supera il punto di pareggio anche Trento, +1,1 per cento su base annua, che completa il quadro di buona salute di questo settore in regione. Anche osservando i dati di incremento trimestrali relativi all’ultimo anno Bolzano si conferma la piazza più dinamica, con un incremento che a dicembre 2017 fa registrare un incremento sul prezzo delle case dello 0,4% su base annua, dello 0,2% rispetto al semestre precedente e dello 0,9% rispetto al trimestre precedente (settembre 2017), quando la media regionale per gli stessi segmenti vede invariabili arretramenti.