Professioni sanitarie, l'importanza della gestione delle emozioni
Chi svolge una professione sanitaria deve confrontarsi con le emozioni dei pazienti e con le proprie. È una sfida che talvolta richiede molta forza e spesso si conclude con un esaurimento emotivo. Per tali motivi questo tema riveste molta importanza nella formazione professionale.
La Scuola provinciale superiore di sanità Claudiana ha recentemente organizzato un “Emotion day” che per molti aspetti è stata una giornata davvero emozionante per i 400 studenti della scuola. «Questo evento è uno dei momenti clou dell’anno accademico della Scuola provinciale superiore di sanità. Noi della Commissione qualità selezioniamo ogni anno un tema che possa interessare tutti gli studenti della Claudiana. Si tratta di una manifestazione che vede tutte le figure professionali incontrarsi una volta all’anno per avere uno scambio reciproco. Il tema da noi scelto per il 2018, riguardante la gestione delle emozioni nella vita professionale, è stato molto apprezzato», ha affermato Caterina Messerschmidt-Grandi, membro della Commissione qualità della Claudiana che ogni anno organizza questa conferenza per gli studenti della scuola. Si potrà inoltre sfruttare tale occasione per effettuare un “test sull’empatia” tra gli studenti, volto a verificare quanto duri l’effetto di una manifestazione di questo tipo sui partecipanti.
Ospiti dell’evento sono stati 11 rinomati relatori italiani e stranieri che hanno riferito in merito al tema delle emozioni. Un seminario dal titolo “Macht und Ohnmacht: Agressionen im klinischen Alltag” è stato tenuto dallo psichiatra e psicoterapeuta Andreas Conca, direttore del Servizio Psichiatrico e coordinatore provinciale del Servizio di Psichiatria e Psicoterapia dell’età evolutiva dell’ospedale di Bolzano. Adducendo una serie di esempi concreti riferiti alla sua esperienza clinica, Conca ha illustrato i possibili tipi di aggressione e come si possano creare situazioni aggressive tra pazienti ed équipe curante ma anche all’interno dell’équipe curante stessa. In proposito è emerso quanto sia importante conoscere i meccanismi che scatenano l’aggressività, per poter così reagire in modo accorto e professionale. Presente all’evento anche lo scrittore Pio Enrico Ricci Bitti, docente della facoltà di psicologia dell’università di Bologna, che nel suo intervento ha sottolineato l’importanza di un buon ascolto e della comunicazione che riguarda anche, ma soprattutto, il proprio interlocutore e le sue reazioni e rappresenta inoltre un’opportunità per riflettere su se stessi e su come gestire le emozioni.
La terapia della risata
Uno dei relatori dell’Emotion day è stato Erich Meraner di Bressanone, educatore specializzato e presidente dell’associazione Comedicus. I clown-dottori operano in Alto Adige all’interno degli ospedali e delle case di cura e per anziani per rasserenare gli animi dei malati. Visitare i pazienti travestiti da clown, facendo battute umoristiche, dovrebbe aiutare il paziente – grande o piccolo che sia – ad alleviare le sue sofferenze, secondo il principio che “ridere fa bene”. È ormai dimostrato che ridere è una terapia eccezionale. La risata rilassa, dissolve le paure, rinforza il sistema immunitario grazie alla produzione di endorfine, gli ormoni della felicità, attiva l’autoguarigione e sostiene il processo di recupero della salute. Ridere dà speranza e migliora la qualità della vita – quando ridiamo ci sentiamo meglio. Ridere è per così dire un piccolo recupero fisico per il nostro organismo. E anche questo è stato il messaggio che Meraner ha voluto trasmettere con il suo intervento. «Se si riesce a ridere di se stessi, allora tante cose nella vita si relativizzano. Vorrei far capire ai giovani quanto sia importante ridere ed avere umorismo. In tal modo tante cose si vedono in un’altra prospettiva. Vivendo con umorismo la vita diventa molto più leggera. Cercate e trovate tutti i metodi possibili per ridere di più, questo è il mio messaggio ai giovani. Già se si sorride consapevolmente, sebbene interiormente non se ne abbia affatto voglia, può migliorare l’umore», ha dichiarato convinto Meraner.
Offerta per i malati di mucoviscidosi
Nell’ambito della manifestazione è stato anche consegnato un assegno alla vice-presidente dell’Associazione mucoviscidosi Alto Adige, Irene Anesi. Il rappresentante degli studenti, Clemens Folie, ha “venduto”, in un mercatino delle pulci organizzato nella Claudiana, vecchi libri che erano stati dismessi dalla biblioteca della scuola. Con questa campagna sono stati raccolti 825 euro che Folie ha consegnato a Irene Anesi con un assegno. La mucoviscidosi è una grave patologia metabolica congenita ed è la malattia ereditaria più diffusa tra la popolazione bianca, è cronica e progressiva. Ogni anno in Alto Adige nascono 2 bambini affetti da mucoviscidosi. I soldi raccolti saranno utilizzati per la prevenzione e le terapie.