Progetto REWARDheat: Eurac porta l’innovazione nelle città per un futuro energetico più sostenibile
Si chiama REWARDheat il più grande progetto europeo coordinato da Eurac Research di Bolzano, che si è posto l’ambizioso obiettivo di innovare il settore del teleriscaldamento e teleraffrescamento in Europa tramite impianti di reti innovative a bassa temperatura. Questa tecnologia permette di integrare più facilmente energia rinnovabile e calore di scarto grazie a una temperatura nettamente inferiore rispetto alle reti convenzionali.
“Dopo un primo banco prova al NOI Techpark finanziato della Provincia di Bolzano e diversi progetti europei nei quali abbiamo studiato la tecnologia e testato i sistemi di gestione degli impianti, siamo potuti uscire dai laboratori ed entrare nelle città” – afferma Roberto Fedrizzi, coordinatore di REWARDheat e responsabile del gruppo di ricerca sui sistemi di riscaldamento e raffrescamento sostenibili di Eurac Research. Dal 2019 a oggi il progetto ha sviluppato e messo in funzione in otto città europee in Italia, Danimarca, Svezia, Croazia, Polonia, Francia e Spagna soluzioni di teleriscaldamento a bassa temperatura riducendo drasticamente l’uso di energie fossili, abbattendo le emissioni di CO2 e migliorando l’efficienza energetica del sistema nel suo complesso. A differenza del teleriscaldamento convenzionale, che distribuisce acqua calda intorno ai 90°C, le reti innovative di REWARDheat distribuiscono il calore a temperature molto più basse, tipicamente intorno ai 60°C, fino ad arrivare a 15°C in alcuni casi. Questo approccio apre la possibilità di utilizzare fonti di calore più variegate, come l’acqua di pozzo o il calore di scarto proveniente da attività industriali e/o commerciali. “In altre parole, gli impianti tradizionali utilizzano fonti di calore localizzate tipicamente fuori dal centro urbano, come i termovalorizzatori o gli impianti a biomassa; nel caso delle reti innovative invece le fonti di calore possibili sono molteplici e distribuite all’interno del tessuto urbano stesso” – spiega Fedrizzi.
Roberto Fedrizzi, coordinatore del progetto Europeo REWARDheat e del gruppo di ricerca sui sistemi di riscaldamento e raffrescamento sostenibili presso Eurac
Foto di Annelie Bortolotti
Il progetto REWARDheat, che terminerà a settembre, coinvolge 32 partner, tra cui centri di ricerca, università, produttori di tecnologie e aziende energetiche. Eurac Research, in particolare, gioca un ruolo centrale come coordinatore del progetto, supervisionando tutte le attività, che spaziano dalla progettazione e installazione delle reti innovative, allo sviluppo di tecnologie, fino alla ricerca di nuovi modelli di business per la gestione efficiente di tali sistemi. Il teleriscaldamento a bassa temperatura introduce nel mercato dell’energia termica un cambiamento importante: i singoli clienti non solo possono utilizzare il calore della rete, ma possono anche contribuire a fornire calore alla rete stessa. “Considerando che il teleriscaldamento convenzionale distribuisce calore a temperature intorno ai 90˚C, nelle soluzioni innovative, invece, il calore viene distribuito a temperature molto più contenute, di conseguenza le fonti in grado di fornirlo sono più numerose, come ad esempio il calore di scarto proveniente da moltissime attività industriali e commerciali. I supermercati che rigettano in aria enormi quantità di calore generato dai banchi frigo sono quindi un’ottima risorsa” – aggiunge Fedrizzi.
La rete di teleriscaldamento costruita in Italia è un progetto pilota sviluppato nella zona sud di Milano, non lontano dall’Università Bocconi e rappresenta un esempio estremo di rete a bassa temperatura, in quanto il calore viene distribuito a 15°C. Tre edifici: la sede di alcuni uffici municipali, una scuola dell’infanzia e uno dei tanti condomini della zona sono stati allacciati a un impianto di teleriscaldamento e teleraffrescamento innovativo, il quale utilizza come fonte energetica l’acqua di falda. Milano, città ricca di falde acquifere, si presta perfettamente dunque per applicare la nuova tecnologia: in ognuno dei tre edifici, una pompa di calore innalza la temperatura dai 15°C della falda ai livelli utili per la produzione di acqua calda sanitaria e per il riscaldamento degli edifici in inverno. Il vantaggio di questa tecnologia è che la pompa di calore può anche raffrescare gli ambienti in estate e rigettare il calore estratto nella rete stessa, utilizzando molta meno elettricità rispetto a un normale condizionatore. Ma non solo, un’altra caratteristica di questa rete innovativa è la possibilità di sfruttare il calore di scarto prodotto dagli edifici stessi: in estate il raffrescamento di un edificio rigetta calore di scarto nella rete, il quale può essere convenientemente recuperato da un altro edificio per riscaldare l’acqua sanitaria” – spiega Fedrizzi. Un bilanciamento dunque di carichi freddi e caldi che comporta convenienza ed efficienza.
Eurac Research è uno dei primi centri di ricerca in Europa ad aver investito sulla ricerca e innovazione nel settore del teleriscaldamento a bassa temperatura e i benefici ambientali sono già evidenti: riduzione di combustibili fossili, abbattimento delle emissioni di CO2 e utilizzo di energie rinnovabili, contribuendo così alla transizione verso un futuro energetico sempre più pulito, efficiente e sostenibile.
Il gruppo di ricerca Eurac, quasi giunto al termine del progetto, da una parte si è focalizzato su aspetti molto tecnologici, legati in particolare alla progettazione, al controllo e all’installazione di sottostazioni innovative adatte all’utilizzo di reti di teleriscaldamento a bassa temperature, dall’altra ha sviluppato tool di calcolo per identificare quando una fonte di calore situata nel tessuto urbano può essere integrata efficacemente e in modo economicamente sostenibile nella rete che le passa accanto. “Attualmente, nella fase conclusiva del progetto, stiamo verificando le prestazioni delle reti di nuova costruzione e rinnovate e diffondendo i risultati raggiunti attraverso workshop e seminari per coinvolgere sempre più investitori” – conclude Fedrizzi.
Per ulteriori approfondimenti è possibile consultare la pagina del progetto REWARDheat.
Immagine in apertura: Laboratorio esterno Exchange di Eurac Research. Foto di Ivo Corrà