L'Alto Adige verso una riorganizzazione dell'assistenza sanitaria
Bolzano. E’ stato approvato dalla Giunta provinciale un documento con le linee guida per l’attuazione dei progetti sanitari, finanziati con i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). “Come molti altri Paesi occidentali, nei prossimi anni il nostro sistema sanitario dovrà prendersi cura di una popolazione che invecchia e di un numero crescente di persone con malattie croniche – ha spiegato il presidente della Provincia nonché assessore alla Salute, Arno Kompatscher – . In Alto Adige il 20 per cento delle persone ha già più di 65 anni e più di 160mila soffrono di una malattia cronica, di cui quasi la metà sono anziani. Per continuare a fornire a questo numero di pazienti le migliori cure possibili, è necessario riorganizzare l’assistenza sanitaria. Ciò significa: cure più vicine a dove si vive e in stretta collaborazione con i servizi sociali, i medici generici e le farmacie”.
In sintesi: una più stretta collaborazione tra ospedali e servizi sanitari territoriali, la creazione di nuove strutture, la messa in rete di medici di medicina generale, ospedali e farmacie.
Il documento prevede anche l’ampliamento dell’assistenza domiciliare: entro il 2026, fino al 10 per cento degli over 65 dovrà essere raggiunto a domicilio. Un altro punto riguarda la cura delle persone con malattie croniche. A tale scopo si stanno sviluppando i cosiddetti percorsi diagnostici terapeutici assistenziali (PDTA) per le quattro malattie più frequenti in Alto Adige. In questi PDTA viene definita ogni singola fase del trattamento, dalla diagnosi alla terapia, al fine di coordinare in modo ottimale l’interazione dei diversi professionisti. Inizialmente, l’attenzione sarà rivolta alla cura di 30.000 pazienti con malattie croniche come il diabete di tipo 2, l’insufficienza cardiaca, le malattie respiratorie o quelle reumatiche. Un altro punto rilevante per l’ampliamento dell’assistenza territoriale è la telemedicina. In Alto Adige, ad esempio, entro il 2025 saranno curati con la telemedicina fino a 1.800 pazienti.