
Sano, felice (più del resto d'Italia): l'identikit dell'altoatesino
Gli altoatesini? Si sentono più in forma del resto d’Italia. Lo dicono i dati Astat: l’84,7% della popolazione dichiara di essere in buona salute (la media italiana è di poco superiore al 72%) e sette persone su dieci si trovano sempre o molto spesso in uno stato d’animo felice. Il 48,4% degli intervistati dichiara di stare bene e il 36,3% di stare molto bene, circa uno su otto (12,8%) valuta il proprio stato di salute né buono né cattivo e uno su quaranta (2,5%) sta male o molto male. La percentuale di persone che percepisce come buono il proprio stato di salute (risposte “molto bene” e “bene”) si è mantenuta costante negli ultimi otto anni (periodo per il quale esistono i dati relativi ad ogni anno).
L’86,4% dei maschi dichiara di stare bene o molto bene contro l’83,1% delle donne. Il divario tra le due percentuali si spiega con le diverse strutture per età che caratterizzano la popolazione maschile e quella femminile. Infatti, esso si riduce e non è più significativo se si calcolano i tassi standardizzati per età (rispettivamente uguali all’85,8% e all’84,0%), che tengono conto del fatto che la popolazione anziana, tra cui la percentuale di persone in buona salute è più bassa che tra i giovani (59,8% degli over 64 contro il 90,4% degli altri), è a maggioranza femminile. Gli altoatesini che dichiarano di essere affetti da almeno una malattia cronica rappresentano il 31,9% della popolazione. Questa percentuale non ha subito variazioni significative dal 2009 al 2016. Tra le persone di 65 anni e oltre la quota dei malati cronici sale al 65,2%. Il tasso standardizzato per età riferito all’Alto Adige (31,8%) è inferiore di quello nazionale (35,9%).
Per sondare il benessere psicologico della popolazione sono state poste agli intervistati alcune domande sugli stati d’animo provati nelle quattro settimane precedenti l’intervista. Il 71,1% e il 72,1% degli intervistati si è sentito rispettivamente felice e calmo/sereno sempre, quasi sempre o molto spesso nel periodo di riferimento. Fra sesso ed età la variabile che incide maggiormente sulla felicità di una persona è la seconda: tra i giovani 14-39enni la percentuale di persone almeno molto spesso felici (79,5%) è nettamente più alta che tra gli over 64 (61,8%). Ciò, dato che la popolazione anziana è a maggioranza femminile, spiega quasi completamente il divario di genere (74,0% tra i maschi e 68,4% tra le donne).