Bolzano: Motorola presenta il primo smartphone al mondo con interfaccia in lingua ladina

Oltre duecentomila: tante sono state le parole da tradurre per arrivare al primo smartphone al mondo con interfaccia in lingua ladina, realizzato da Motorola. In occasione della presentazione, relatori e pubblico si intrattengono sulla terrazza del sesto piano con una magnifica vista sul Rosengarten,  finalmente sgombro e assolato dopo settimane di pioggia. A servire caffè e kiachl, tipiche frittelle dolci, due signore vestite con il Tracht, il tradizionale costume sudtirolese. Tecnologia e tradizione, Heimat e innovazione, ladino e inglese: il debutto del primo smartphone ladino ha fin da subito i sapori contrastanti ma accoglienti di una certa immagine glocal che il miglior Südtirol-Alto Adige ama dare di sé stesso, quando vuole.

Un momento della presentazione alla stampa del primo smartphone con interfaccia ladina. Foto courtesy Motorola

“Il ladino è una delle dodici lingue minoritarie ufficialmente riconosciute in Italia. Si tratta di cinque idiomi retoromanzi parlati da circa 30.000 persone residenti in altrettante valli dolomitiche, ed è considerata dall’UNESCO tra le lingue a rischio di estinzione” spiegano gli organizzatori del progetto, che “non persegue fini di lucro” ci spiega Janine Oliveira, Executive Director of Software Globalization di Motorola. L’iniziativa è infatti promossa da Lenovo Foundation, il braccio filantropico della nota multinazionale cinese Lenovo, leader nel settore informatico.  Al  primo smartphone con interfaccia ladina hanno collaborato  la Libera Università di Bolzano e l’Istituto ladino Micurá de Rü, con un team di traduttori e revisori guidato dal professor Paul Videsott, docente di filologia romanza di unibz. In Alto Adige la lingua ladina è parlata in Val Badia e in Val Gardena – complessivamente circa il 4% della popolazione, ed è riconosciuta come una delle tre lingue ufficiali  della provincia.

L’interfaccia ladina nello smartphone di Motorola

Il ladino è anche la prima lingua europea ad essere implementata da Motorola a favore della preservazione delle lingue di minoranza a rischio di estinzione. L’iniziativa di Lenovo Foundation ha già visto, infatti, la realizzazione di interfacce in Nheengatu (regione amazzonica) e Kaingang (sud/sud-est del Brasile), Cherokee (Nord America), Kuvi e Kangri (India) e Maori (Nuova Zelanda). Portare la lingua dentro la tecnologia e nella vita quotidiana è l’unico modo per tenerla viva e non perderla – è questo il Leitmotiv che accompagna un po’ tutta la conferenza stampa. In questo caso la tecnologia, generalmente accusata di “appiattire” le diversità linguistiche (ne abbiamo parlato qui)  viene invece a supportare una lingua parlata da una minoranza.
Come detto, il lavoro sul ladino ha posto diverse sfide: innanzi tutto, quella su quale tra le diverse varianti di ladino scegliere– “alla fine è stato scelto quello della Val Badia”, il più utilizzato”, spiega Videsott. “E poi c’erano i neologismi da trovare per definire concetti come ‘livello di batteria’, ‘auricolari’ o ‘schermo’, ad esempio, per cui abbiamo creato parole nuove, o più spesso utilizzato parole esistenti con significato nuovo. Sappiamo che all’inizio sorprenderanno gli stessi ladini, ma poi  entreranno nell’uso e si diffonderanno” dice Videsott. Tra i nuovi termini non mancano allusioni poetiche, ad esempio in ladino la modalità notte /night vision diventa Edil de nöt , occhio della notte “che è anche un personaggio delle leggende ladine” spiega Ulrike Frenademet, traduttrice del team. E poi, come detto, la mole enorme di vocaboli , 1700 pagine di file word… “dopo la bibbia è stata la più grande traduzione in ladino mai fatta finora” aggiunge Videsott.

“Volevamo che l’interfaccia ladina avesse la stessa qualità e precisione terminologica delle altre lingue, ad esempio se in inglese ci sono termini diversi per indicare l’atto del toccare lo smartphone e lo scorrimento, abbiamo cercato di restituirli fedelmente” continua il docente di unibz. Un compito non facile, questo, per una lingua con un lessico basato tendenzialmente sugli oggetti e sulla quotidianità,  con uno stretto rapporto con il territorio e un passato legato ai ritmi della vita contadina. Oggi invece è noto che le valli ladine sono anche sinonimo di turismo feroce, che ha portato ricchezza, ma allo stesso tempo condizionato, e non positivamente, il paesaggio naturale. Il progetto di Motorola sembra andare nella direzione opposta, portando innovazione e globalizzazione a “tutela” di un paesaggio immateriale, ma non meno importante quale quello linguistico. Altro aspetto positivo, il lavoro promosso da Motorola è disponibile come open source per gli sviluppatori futuri. Inoltre, è stato realizzato, insieme a UNESCO, anche il whitepaperHello Indigenous”, in cui sono stati definiti i parametri per l’inclusione delle lingue minoritarie sugli smartphone.
I primi device di Motorola a includere la lingua ladina sono quelli della nuova famiglia edge 50, personalizzabile grazie all’Intelligenza Artificiale, con i modelli motorola edge 50 ultra, motorola edge 50 pro e motorola edge 50 fusion.

Caterina Longo

Immagine in apertura: foto courtesy Motorola

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