#SMOGfighter, la campagna social per creare...aria pulita

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U-earth risponde al ritiro di Trump dall’accordo di Parigi lanciando il progetto #SMOGfighter sulle piattaforme social per creare bolle di aria pura nelle città grazie al voto delle persone. Dopo l’esperimento di Torino è possibile votare la propria città per creare naturalmente zone di aria pulita.

U-earth, pmi innovativa di Torino specializzata in biotecnologie per la purificazione dell’aria in ambito professionale, lancia #SMOGfighter, una campagna tutta social per realizzare nelle città il progetto Pure Air Zone, con lo slogan “make breathing great again”. La campagna #SMOGfighter prevede una raccolta di follower sulla piattaforma thunderclap.it che con un click mettano a disposizione la propria rete di followers per creare consapevolezza sui benefici e rischi legati alla qualità dell’aria e una campagna successiva di crowdfunding che sarà lanciata su Indiegogo.com, dove verranno raccolti fondi per creare delle zone di aria pura dimostrative nelle città più votate dai partecipanti (che otterranno in cambio di U-mask, la prima mascherina antinquinamento BIOTECH al mondo e altri gadget).

Il progetto Pure Air Zone, già vincitore del premio SMAU 2016, secondo classificato nel Premio Best Practices per l’Innovazione 2016 organizzato da CONFINDUSTRIA, è stato presentato al FED2017 e alla recente inaugurazione della Microsoft House di Milano quale tecnologia emergente per il benessere personale e per l’ambiente.

La tecnologia

U-earth ha raccolto negli ultimi 8 anni una serie di successi in ambito indoor/outdoor documentati da pubblicazioni scientifiche e clienti eccellenti, in campo ospedaliero, industriale e commerciale, promuovendo il progetto Pure Air Zone in tutti gli ambienti pubblici e professionali dove sia auspicabile fornire a clienti e lavoratori uno standard di qualità dell’aria “certificabile”.
Nel concreto si tratta di devices (dei piccoli cilindri intelligenti) “Mangia Smog” che grazie a degli innocui microorganismi naturali “mangiano”  l’inquinamento creano delle “bolle d’aria pura” intorno a loro per diverse decine di metri quadrati. Il brevetto (segreto e unico al mondo) permette di installare i devices anche all’esterno, nelle vicinanze per esempio di percorsi ciclabili, parchi giochi, zone di shopping e qualunque altra area in outdood con la sicurezza che l’aria che state respirando è di qualità paragonabile a quella di montagna.

Nelle zone trattate dalla tecnologia U-earth, il livello di qualità dell’aria viene monitorato attraverso l’analisi dei dati ambientali rilevati ogni 5 minuti dalle centraline “U-monitor” per garantire la qualità dell’aria purificata dai sistemi AIRcel. Questi purificatori d’aria di ultima generazione sono gli unici al mondo in grado di catturare contemporaneamente i Composti Organici Volatili, le polveri sottili PM2,5, PM10, muffe acari e spore, batteri patogeni e virus, composti chimici come formaldeide e idrocarburi e digerirli in maniera completamente naturale attraverso la Bio-Ossodazione.

Gli effetti dell’esposizione all’aria respirata nelle Pure Air Zone sono, fra gli altri, la diminuzione in percentuale delle allergie, delle crisi d’asma, minori contagi durante il periodo delle influenze, sistema immunitario più forte, rallentamento dell’invecchiamento cellulare e maggiore rendimento atletico/ lavorativo.

Il progetto, che consiste nel creare delle zone di aria pura in outdoor nelle aree cittadine più frequentate dalla popolazione più sensibile come bambini e anziani, ma anche per trainers e sportivi, ha debuttato a Torino nel luglio scorso nell’ambito del bando Torino Living Lab promosso dal comune di Torino e dalla fondazione TORINO SMART CITY per la sperimentazione sul territorio urbano di nuove tecnologie SMART. Ma ora con la campagna #SMOGfighter l’obiettivo è quello di esportare l’esperienza torinese anche nel resto del mondo.

La campagna

Il problema delle nuove tecnologie è che hanno tempi lunghissimi di implementazione dovuti principalmente al fatto che non sono conosciute. Per questo motivo U-earth, con il suo team al femminile, segnalato da Facebook nel suo progetto #shemeansbusiness come azienda emergente digital al femminile, ha deciso di utilizzare appunto i social media e le piattaforme digitali per dare alle persone la possibilità di “votare” per la tecnologia portandola all’attenzione dei media e delle autorità locali.

La campagna internazionale #SMOGfighter al momento ha raggiunto una capienza di followers di 156.000 persone, incluse celebrities del mondo della moda, sportivi e dello spettacolo, e raccoglierà supporters fino al 18 giugno, momento in cui la piattaforma Thunderclap farà esplodere il messaggio su tutti i social media collegati nello stesso giorno.

Maggiore sarà l’adesione, maggiore sarà l’impatto che solleciterà aziende private a autorità locali ad adottare la soluzione vista la grande richiesta da parte dei cttadini. A seguire U-earth lancerà durante l’estate una campagna di crowdfunding su Indiegogo.com, dove verranno raccolti fondi in cambio di U-mask – la prima mascherina antinquinamento BIOTECH al mondo, 100% made in Italy – per finanziare il primo progetto dimostrativo autofinanziato, dopo il test di Torino, dove le persone di tutto il mondo potranno votare per candidare la propria città. Per diventare un supporter del progetto #SMOGfighter basta visitare la pagina http://www.smogfighter.info dove si potrà aderire alle varie fasi del progetto man mano che verranno rilasciate e saranno pubblicati tutti gli aggiornamenti sull’andamento della campagna, riscontri media e implementazione del progetto.

«Abbiamo messo a disposizione tutte le nostre risorse con enormi sforzi in questi ultimi otto anni per trovare una soluzione che potesse proteggere le persone anche in outdoor – dice Betta Maggio CEO e founder di U-earth e nipote dello scienziato americano che ha inventato la tecnologia – pensavamo di dover sviluppare una soluzione tampone ai disastri ambientali e ci siamo ritrovati a dover affrontare livelli di inquinamento di quella portata quotidianamente. Mai avremmo pensato che si potesse arrivare a tanto. Ora abbiamo una possibile soluzione da proporre, e  adesso ci serve l’aiuto di ognuno di voi per poterla implementare. Nessuno di noi vuole che i nostri figli e nipoti crescano in un mondo dove non possano proteggersi e far decidere agli altri cosa respirare, vogliamo tutti poter dire la nostra per fare la differenza».

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