Soyinka, incontro del premio nobel con Caramaschi
Il Premio Nobel per la Letteratura Wole Soyinka a Bolzano su invito del Centro Pace del Comune per partecipare ad una serie di incontri ed eventi pubblici è stato ricevuto e salutato ufficialmente in municipio dal Sindaco del capoluogo Renzo Caramaschi.
Wole Soyinka nel 1986 è stato il primo Premio Nobel africano. Nigeriano, ha sempre mantenuto un rapporto fecondo con la sua cultura originaria, quella degli Yoruba, gruppo etnico diffuso nell’Africa occidentale. Drammaturgo, poeta, romanziere e saggista ha studiato in Inghilterra, ma ha insegnato in varie università del mondo. Impegnato nella battaglia dei diritti civili e nella resistenza alle dittature, è stato varie volte incarcerato, torturato e condannato a morte.
Salutando ufficialmente l’illustre ospite, il Sindaco Caramaschi ha detto di essere orgoglioso che la Città di Bolzano possa ospitare il Premio Nobel per la Letterature Soyinka. «In questi tempi dove l’umanità sembra essersi persa, dove c’ è violenza, dove non c’è rispetto, dove c’è razzismo, Soyinka, per quella che è stata la sua vita e la sua esperienza, rappresenta il segno della civiltà dell’uomo. Ha sopportato, ha vissuto, ha sofferto, ma in lui vedo gioia e felicità di vivere: la forza del coraggio che va oltre le contingenze, le stupidità e le atrocità umane. Per la Città di Bolzano è un onore vero averlo qui e ne siamo davvero felici. La vita di Wole Soyinka ci dice che con la cultura, con l’impegno, con il sacrificio, con lo studio e con l’intelligenza si possono superare anche i momenti più difficili. Un grande esempio per i giovani e per lo sviluppo della nostra società. Bolzano trarrà sicuramente grande beneficio da questa “contaminazione” di bontà e di grande fiducia nel futuro».
La figura di Wole Soyinka racchiude in sé tutto: primo Premio Nobel africano, un letterato, un uomo d’azione contro la dittatura, contro la guerra, ma anche professore, romanziere, drammaturgo, poeta. Soyinka ha vissuto una vita straordinaria passando dal carcere, all’isolamento e l’esilio, amico di Nelson Mandela a cui dedicò il discorso del Nobel, nel 1986, in cui denunciava la segregazione razziale in Sudafrica e due anni dopo, la raccolta di poesie “Mande-la’s Earth and Other Poems”. Scrittore fecondo ha scritto tantissimo e la sua produzione è stata tradotta in tutte le lingue. In Italia le sue opere sono tradotte quasi tutte da Jaca Book, che ha rieditato ultimamente alcuni suoi classici come “L’uomo è morto” che ricostruisce l’esperienza drammatica dello scrittore rinchiuso in isolamento nelle carceri nigeriane alla fine degli anni Sessanta, “Isarà. Intorno a mio padre”, “Mito e letteratura. Nell’orizzonte culturale africano”, “Aké. Gli anni dell’infanzia”, “La strada”, “La morte e il cavaliere del Re”. Importanti anche la sua autobiografia, “Sul far del giorno”, pubblicata da La nave di Teseo e “Africa” pubblicata da Bompiani. Attulamente Jaca Book riporta in libreria il suo primo romanzo, Gli Interpreti, un capolavoro della letteratura post-coloniale che ripropone il tema della cultura africana verso cui tornare e far riguadagnare la perduta dignità.