L'Alto Adige in piazza per il clima, voce a una generazione (finora) ignorata

Venerdì 15 febbraio l’Alto Adige ha scoperto una generazione che non conosceva. Migliaia di studenti si sono riuniti a Bolzano per far sentire la propria voce e combattere insieme una politica e una visione che troppo a lungo ha trascurato una sfida cruciale per il nostro pianeta. Si tratta naturalmente dei cambiamenti climatici: è scaduto il tempo della procrastinazione e i giovani di oggi sono consapevoli che senza il loro impegno la classe dirigente odierna continuerà a rimandare le scelte necessarie per fermare quel timer che da anni scorre imperterrito verso il punto di non ritorno, quando sarà troppo tardi per agire. Greta, la ragazza svedese che ha dato il via al movimento #FridaysForFuture a cui i giovani altoatesini hanno aderito, aveva quindici anni quando a dicembre è intervenuta al COP24 di Katowice. E’ stata la scintilla che ha mosso i giovani di tutta Europa lanciando un movimento in continua crescita capace di coinvolgere centinaia di migliaia di giovani. Anche l’Italia ha iniziato a farsi sentire in attesa della grande giornata di mobilitazione globale del 15 marzo.

Il nostro Paese soffriva però di una scarsa partecipazione a questo tipo di eventi, si è trattato in tutti i casi di manifestazioni capaci di coinvolgere al massimo un centinaio o due di ragazze e ragazzi. L’idea della Consulta Provinciale degli Studenti di Bolzano è stata ben precisa: provare a sfruttare la caratteristica unica della nostra terra di essere ponte tra culture per portare in Italia i #FridaysForFuture. Il confine non è più sinonimo di muri, ma piuttosto di reciproca condivisione e arricchimento reciproco, sia sociale che culturale. Per questo alle 9.30 in Piazza Vittoria si poteva evincere un contrasto straordinariamente interessante: sotto al monumento di epoca fascista, tra i più terribili simboli del nostro atroce passato, si riunivano migliaia di studentesse e studenti appartenenti a scuole di ciascuno dei tre gruppi linguistici della nostra provincia. Di fronte alla sfida del cambiamento climatico non c’è differenza che possa reggere: gli interventi alternati in tedesco e italiano senza dimenticare slogan in inglese sono stati un simbolo straordinario di unità.

sticcotti

Studenti sempre più europei

I partecipanti a questa manifestazione sono tutti nati sotto Schengen e sono cresciuti nei confini europei, non italiani. Si confrontano ogni giorno sul web con coetanei di tutta europa, guardano film e serie tv in inglese, a scuola partecipano a diverse iniziative di scambi culturali e a volte partono addirittura per svolgere il loro quarto anno di scuola superiore all’estero. Viaggiano in Interrail con gli amici e partono con i genitori in vacanza in altre località europee. Perciò e per tanti altri motivi ancora è naturale che per loro sia scontato il passaggio fondamentale per il progetto europeo se si vuole affrontare le sfide di domani. Non si può prescindere da decisioni collettive se si vuole trovare una soluzione definitiva per risolvere il problema dei cambiamenti climatici. La richiesta del movimento che ha come simbolo Greta Thunberg non è solo l’esortazione a una presa di posizione come singoli consumatori: non bastano scelte differenti nella vita di tutti i giorni come quelle al supermercato piuttosto che i semplici gesti di svolgere correttamente la raccolta differenziata e di utilizzare il più possibile i mezzi pubblici ed ecologici. Sono necessari e fondamentali se si vuole cambiare rotta, ma non bastano. Bisogna prendere atto che il sistema stesso deve essere cambiato: non si può trarre profitto dall’abuso delle risorse del pianeta, non si può dettare le politiche energetiche basandosi sulla mera convenienza economica. La corsa alla crescita non può essere più importante della vita dei posteri, della vita dei giovani che hanno alzato la voce venerdì ma anche di quella di chi verrà dopo di loro.

Evento partecipato

«Non vogliamo dover spiegare ai nostri nipoti il giorno del nostro settantacinquesimo compleanno il motivo per cui non abbiamo fatto nulla» ha detto Greta in uno dei suoi interventi. Così la Consulta Studentesca Italiana con l’appoggio del Landesbeirat der Schüler/innen ha iniziato una campagna capillare nelle scuole e nelle classi di tutta l’Alto Adige. Così ragazze e ragazzi dalle valli più distanti della Provincia hanno preso i mezzi pubblici per raggiungere il capoluogo. Giovani “seduti” nei vani per i bagagli perché non c’era più spazio neppure in piedi nei convogli, altri ancora costretti ad aspettare fuori da stazioni stracolme si sono man mano diretti verso la città di Bolzano. Chi ha portato la chitarra, chi invece ha speso il pomeriggio precedente a disegnare cartelli e striscioni. L’evento non solo è stato straordinariamente partecipato, superando di gran lunga l’aspettativa degli organizzatori, ma anche arricchito da colori e cori in entrambe le lingue preparati o nati sul posto.

«Una straordinaria unità»

Ognuno ha messo a disposizione le proprie capacità per la buona riuscita della manifestazione e forse proprio questa straordinaria unità, questo stare insieme indipendentemente da tutto di fronte alle vere sfide di domani è una lezione che potrebbe essere importante per chi oggi tira le fila del dibattito pubblico. La generazione che venerdì si è riunita per manifestare forse parla di meno, ma ha chiaramente dimostrato che aspira ad agire di più. L’energia che si respirava in piazza Magnago, destinazione del corteo, lascia chiaramente presagire che questa giornata fosse stata in realtà solo l’inizio di qualcosa di più grande. Le studentesse e gli studenti dell’Alto Adige di oggi vogliono cambiare il mondo. Cosa si aspettano dalla loro terra? Che sia in grado di sostenere la loro crescita e di fornire loro tutto ciò che potrà aiutarli a incanalare bene questa grande energia, qualunque sia lo strumento che sceglieranno per utilizzarla. Ricerca, imprenditoria, politica, arte e cultura sono solo alcuni dei modi che potranno scegliere per scrivere le pagine del mondo di domani. Il compito degli adulti di oggi? Consigliarli, e stare dalla loro parte.

Paolo Sticcotti
Presidente della Consulta Provinciale degli Studenti

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