
Elezioni: esiste ancora il suffragio universale?
Elezioni. Il prossimo 4 maggio verranno rinnovati i consigli comunali di 111 comuni (su 116) della provincia di Bolzano. Come tutte le tornate elettorali dal 1948 a oggi, si tratterà di elezioni a suffragio universale, anche se in Alto Adige è in vigore una piccola restrizione. Potranno, infatti, recarsi al voto solo i cittadini e le cittadine che “abbiano compiuto i 18 anni e siano residenti in Provincia di Bolzano ininterrottamente da almeno quattro anni”. Una restrizione che, per esempio, fa sì che gli aventi diritto al voto alle elezioni del 2020 per il Comune di Bolzano fossero il 75,27% della popolazione residente in città contro il l’82,78% di Trento. Pur considerando la differente composizione anagrafica dei due comuni, Bolzano ha circa il 2% in più di minorenni rispetto a Trento, resta comunque una differenza del 5% di aventi diritto. Una esclusione su cui ci siamo già espressi in precedenza, che, purtroppo, non è la più eclatante.
Il suffragio universale
Per comprendere meglio il contesto, può essere utile tornare al concetto di “suffragio universale” che, almeno negli Stati democratici contemporanei, prevede che il diritto di voto venga riconosciuto a tutti i cittadini maggiorenni “senza alcuna restrizione di natura culturale, socioeconomica o psicologica (per es. di etnia, ceto, genere, orientamento sessuale)”. E’ quindi un sistema contrapposto al suffragio ristretto, fondato sul censo (suffragio censitario), sul sesso (suffragio maschile, quando il diritto di voto non era riconosciuto alle donne) o sul grado d’istruzione.
A proposito del suffragio fondato sul censo, in passato, come spiegato dall’Enciclopedia Treccani, l’iscrizione nelle liste elettorali era “subordinata al pagamento di una tassa (c.d. poll tax), cosa che escludeva di fatto dal voto i non abbienti”. Una decisione che era motivata col fatto che le amministrazioni elette decidevano essenzialmente come gestire le finanze pubbliche e, quindi, si riteneva che avessero voce in capitolo solo coloro che contribuivano a tali finanze.
Una modalità che è stata giustamente superata in tutti i sistemi elettorali democratici, ma che ci porta oggi a ragionare su quanto il “suffragio” attuale possa essere considerato davvero “universale”. Oggi, infatti, un cospicuo numero di cittadini resta escluso dal voto per le elezioni comunali anche se è maggiorenne e paga regolarmente le tasse.
Non riguarda solo i cittadini residenti in Alto Adige da meno di quattro anni, ma, soprattutto quei residenti che, pur lavorando e pagando le tasse in Italia, non potranno esprimere il loro voto perché non sono cittadini italiani.
Per comprendere la dimensione del fenomeno può essere utile analizzare i dati dei comuni con maggiore percentuale di residenti immigrati.
Per esempio, nelle elezioni provinciali del 2023, gli aventi diritto al voto nel comune di Fortezza erano 615 su 1101 abitanti, quindi il 55% del totale. Per fare un confronto con una cittadina di dimensioni simili, nel comune di Martello gli aventi diritto al voto erano 657 su 842 abitanti, quindi il 78%. Detto altrimenti, a Fortezza gli aventi diritto al voto sono il 23% in meno che a Martello.
Un problema che non tocca, ovviamente, solo l’Alto Adige. Se ci spostiamo all’estero, su dimensioni molto diverse, si può comprendere al meglio la dimensione del fenomeno in chiave globale.
In Austria. dove non si prevede nessuna forma di “ius soli” come in Italia, si è recentemente votato per le elezioni politiche, ma il prossimo 27 aprile si eleggerà il nuovo sindaco di Vienna. Bene, come sottolineato dal canale radio-televisivo pubblico Orf: “Oltre un terzo della popolazione di Vienna di età superiore ai 16 anni non potrà votare alle prossime elezioni comunali. Il motivo: non è in possesso un passaporto austriaco. Quasi 611.000 cittadini viennesi non avranno diritto di voto alle elezioni comunali, nonostante molti di loro siano nati e cresciuti in Austria. Nei distretti 10, 15 e 20 la percentuale si attesta addirittura tra il 44 e il 45 per cento del totale”.
Più o meno la stessa percentuale di Fortezza, ma su dimensioni molto più vaste.
L’astensione e le schede annullate
In conclusione, nel silenzio più totale, una percentuale di cittadini maggiorenni residenti in Alto Adige che oscilla tra il 5 e il 25% non avrà diritto di voto alle prossime elezioni comunali. Se a questo aggiungiamo il tasso di astensionismo – alle ultime elezioni comunali del 2020 ha raggiunto un terzo degli aventi diritto al voto – si comprende come sia il caso di tornare a ragionare più approfonditamente sulla partecipazione democratica al voto, a Bolzano più che altrove. Come già sottolineato, nelle ultime elezioni comunali, il 15% delle schede è stato annullato. Le schede non valide sono state 7.412. La Svp, primo partito in città, aveva ottenuto 6.180 voti. I voti validi sono stati 41.000, su una popolazione di 107.000 abitanti*, il 38% circa.
Come andrà nel 2025?
°I minorenni sono il 16,7% degli abitanti di Bolzano (17.894 persone)
Massimiliano Boschi