Sussidi, la SGBCisl: «No al reddito cittadinanza e al modello provinciale»
Non è piaciuta all’SGBCisl la polemica sul reddito di cittadinanza del presidente Arno Kompatscher. «Meglio il modello d’aiuto sociale esistente in Alto Adige che il reddito di cittadinanza. Nella nostra Provincia non conviene. I nostri strumenti sono quantitativamente e qualitativamente migliori perché più semplici e accessibili anche a livello burocratico. Vogliamo mantenere questo sistema, non cumulabile con quello Statale – aveva detto il Presidente della Provincia, evocando un ricorso alla Consulta – .Ci riserviamo di impugnare la normativa statale sentendo anche le altre Regioni, sia quelle a statuto speciale che quelle a statuto ordinario, perché anche da parte loro, almeno in via ufficiosa, è stato sollevato qualche dubbio sulla costituzionalità del provvedimento».
Ed ecco la risposta del sindacato. «Lo stato sociale e le sue prestazioni devono garantire la redistribuzione del reddito in funzione dell’equità e del bisogno. Se non si rispetta questo principio, il rischio concreto è quello di avere una spesa pubblica inefficace e onerosa senza un’inversione del trend negativo che vede l’aumento delle disuguaglianze nella popolazione anche locale – spiegano in una nota -. In questo ambito la polemica strumentale tra la Giunta Provinciale e il governo nazionale appare del tutto priva di fondamento dal momento che ogni livello istituzionale ha il diritto, nell’ambito delle proprie competenze, di prevedere sussidi o servizi a favore della popolazione. Pertanto il problema non è decidere se il reddito di cittadinanza sia o meno un’ingerenza statale nell’autonomia Provinciale, ma se lo stesso e i sussidi locali siano o meno funzionali al raggiungimento dell’obiettivo. In questo senso siamo scettici sia sul reddito di cittadinanza che sull’arcipelago di sussidi provinciali. La nostra proposta, condivisa con le altre organizzazioni sindacali e con le associazioni sociali, prevede una semplificazione del panorama eccessivamente complesso dei sussidi locali perché le sfide che ci attendono rispetto all’invecchiamento della popolazione non permettono ulteriori tentennamenti rispetto ad una revisione del sistema nel suo complesso. La soluzione è certamente un’integrazione del sussidio nazionale con risorse locali. Sarà questo il tema che affronteremo il prossimo 21 febbraio con l’assessore competente Waltraud Deeg. Alle polemiche preferiamo i fatti e ci aspettiamo che anche la Giunta Provinciale sia della nostra opinione».