L'Svp e la passione per i ritornelli
Dopo due anni di pandemia che hanno evidenziato la crisi complessiva e globale del sistema mediatico e dopo la pubblicazione del libro/inchiesta “Freunde im Edelweiss” di Christoph Franceschini e Artur Oberhofer, che ha evidenziato le “debolezze” e criticità del sistema mediatico locale, la Giunta Provinciale altoatesina ha meritoriamente deciso di modificare la legge provinciale di sostegno ai media.
Il Consiglio Provinciale l’ha approvata il 13 maggio scorso e, come riportato dal comunicato stampa ufficiale: “Il punto più importante delle nuove modifiche alla legge di sostegno ai media è la grande attenzione alla musica altoatesina: le emittenti radio che trasmetteranno musica prodotta in Alto Adige avranno in futuro un sostegno maggiore”
Ecco, continuiamo a cantarcela e a suonarcela da soli, fingendo che nulla sia avvenuto e che non esista un problema relativo ai “monopoli” nel mondo della carta stampata locale.
Purtroppo, la riforma ha ottenuto il plauso anche del Presidente Kompatscher che, come assessore competente per l’Informazione, ha valutato la nuova regolamentazione come una “revisione ragionevole”.
Non che sia una novità, da anni su questa testata sottolineiamo come le amministrazioni altoatesine preferiscano mettere la testa sotto la sabbia quando un problema sembra mettere in crisi il “polveroso modello”. La stessa identica linea seguita dall’Svp nel reagire alla pubblicazione di “Freunde im Edelweiss”.
Una risposta che, prima ha ripercorso le classiche fasi dell’elaborazione del lutto: negazione, rabbia, contrattazione, depressione e accettazione, e successivamente si è affidata al solito “ritornello” sulle note della tradizione e dell’autonomia. Evidentemente, sopravvive la speranza che l’elettorato Svp si dimentichi di quanto emerso in questi ultimi mesi e torni ad affidare le sorti di questo territorio a chi dirige l’orchestra, meglio, la banda, da oltre settant’anni.
Arno Kompatscher e Philip Achammer hanno iniziato a presentarsi insieme provando a simulare un’unità che il partito non ha più e solo le elezioni provinciali dell’anno prossimo ci diranno quanto all’elettorato suditirolese piacciano i vecchi “ritornelli”. Nel frattempo, si continuerà a celebrare un passato idealizzato, confondendo cultura e tradizione e, di conseguenza riducendo la prima a semplice folklore, il sostegno alle radio che trasmettono musica locale ne è solo l’ultimo tragicomico esempio.
Nell’intervista rilasciata a questa testata, Kompatscher sembrava voler finalmente modificare questo stato di cose, ma al momento sembra molto preso dall’”Agenda 2030” e dallo sforzo di convincere la popolazione che la “svolta sostenibile” non peggiorerà la vita degli abitanti di questa provincia.
Non possiamo che augurargli un grande successo, ma sia permesso di ricordargli che chi crede di vivere nel migliore dei mondi possibili, difficilmente vede di buon occhio il cambiamento, soprattutto in un periodo storico come quello attuale.
Chi crede di godersi l’ambiente, il panorama, i servizi e, ovviamente, la musica, migliori del mondo, perché dovrebbe mettersi in dubbio e accettare di modificare il proprio stile di vita?
Massimiliano Boschi