«Bolzano, esempio per tutto il mondo»: lodi del Guardian sul depotenziamento del duce a cavallo
Come una piccola città del Nord Italia ha insegnato al mondo il modo più intelligente per sdrammatizzare monumenti controversi: è questo il titolo di un articolo uscito oggi, 6 dicembre 2017, sul quotidiano britannico The Guardian. Il pezzo però non parla di una città qualsiasi, fa riferimento proprio a Bolzano, il capoluogo altoatesino, dove quest’anno, 72 anni dopo la fine del fascismo, è stato depotenziato — o meglio, contestualizzato — l’ultimo monumento a Mussolini esistente in Italia. Si tratta, infatti, del bassorilievo di 32 metri, opera di Hans Piffrader, realizzato sulla facciata del Palazzo delle finanze in Piazza Tribunale a Bolzano e che raffigura Benito Mussolini a cavallo, con sotto la scritta «credere, obedire, combattere». Per non scontentare nessuno, né chi è stato a favore dello smantellamento del monumento né chi ha optato per la sua conservazione, l’amministrazione provinciale ha deciso di «depotenziarlo» attraverso la sua contestualizzazione. A inizio novembre 2017 infatti è stata collocata una scritta luminosa — citazione della scrittrice tedesca Hannah Arendt, perseguitata a causa delle sue origini ebraiche nella Germania nazista — accanto al controverso bassorilievo: «Nessuno ha il diritto di obbedire».
Secondo Carlo Invernizzi-Accetti, professore di scienze politiche al The City College of New York —l’autore dell’articolo su The Guardian— è stato proprio questo tipo di contestualizzazione di un monumento storico controverso la soluzione migliore per ricordare in maniera consapevole il triste periodo storico a cui si collega. Perché è così che l’esistenza di questi ricordi fisici può diventare monito per le generazioni future. Come esempio meno virtuoso Invernizzi-Accetti fa riferimento a un recente caso negli Stati Uniti. Nella città di Charlottesville in Virginia vi è stata una lunga e amara controversia sulla questione se rimuovere la statue di Robert E. Lee, generale confederale — gli eroi degli Stati del Sud che combatterono contro l’Unione del Nord nella guerra di secessione americana tra il 1861 e il 1865 — diventato simbolo per i suprematisti bianchi e razzisti. Al contrario di Bolzano, in Virgina la proposta di contestualizzare il monumento è stata respinta. Un conflitto irrisolto questo che infine si è trasformato negli scontri violenti di cui abbiamo sentito parlare alcuni mesi fa, ad agosto 2017. A Bolzano, invece, la decisione di contestualizzare il controverso monumento dall’era fascista, è stata accolta praticamente senza controversia, un fatto che secondo l’autore dell’articolo sul quotidiano britannico dimostra come la città di Bolzano, con grande coraggio, abbia preso posizione a favore della libertà.