Tindaro Granata e il futuro della tradizione. Uno "speciale" Antropolaroid a Bolzano

Tindaro Granata torna a Bolzano per una versione speciale di “Antropolaroid“, premiatissimo spettacolo che lo ha visto esordire in veste di drammaturgo, regista e attore, esattamente dieci anni fa.
Tindaro Granata ha, infatti, deciso di far aprire lo spettacolo che andrà in scena al teatro Cristallo di Bolzano giovedì 24 marzo (ore 21) dal monologo “Figlio” interpretato dal giovane Leonardo Castellani.
“Nel novembre del 2020 – precisa Granata – sono stato invitato dalla scuola del Piccolo di Milano per il progetto L’autobiografia, ovvero come trovare una modalità di racconto che parta dai ricordi delle storie di famiglia per narrare la propria vita. Leonardo Castellani è stato uno dei miei studenti e aprirà lo spettacolo con un monologo di circa dieci minuti. Ho sfruttato i festeggiamenti per i dieci anni di Antropolaroid per dare una possibilità in più a un giovane attore, è una sorta di passaggio di consegne perchè solo se si lascia spazio ai giovani si riescono a portare avanti le tradizioni“.

Tindaro Granata (foto di Attilio Marasco)

Farlo in occasione dei dieci anni di Antropolaroid ha un significato particolare. E’ il tuo primo lavoro da drammaturgo con cui hai vinto il Premio della giuria popolare della “Borsa Teatrale Anna Pancirolli”, il Premio “ANCT” dell’Associazione Nazionale dei Critici e il Premio Fersen in qualità di “Attore Creativo”. Il tutto con un testo in siciliano che racconta della tua famiglia.

“Agli spettatori e alle spettatrici presento uno spettacolo che non appartiene solo alla tradizione siciliana e al mondo del cunto, ma alla tradizione orale di tutta Italia, soprattutto delle montagne. Perché non solo i pastori e gli allevatori siciliani si ritrovavano attorno al braciere per i cunti, facevano lo stesso quelli delle Alpi in occasione della transumanza, quando portavano a valle il racconto di quanto accaduto in montagna nei mesi estivi. Era il modo di trasmettere le storie da una generazione all’altra, una tradizione che si è persa e che credo valga la pena di essere ripresa.

Lo spettacolo è in siciliano?

“Sì, ma è un dialetto siciliano comprensibile e italianizzato. Antropolaroid ha raggiunto le 365 repliche in 200 città diverse, in gran parte del Nord Italia, senza problemi di comprensione”:

Antropolaroid racconta la storia della tua famiglia. Ti piace metterti in gioco?

“Sì, ma soprattutto mi piace avere la possibilità di raccontare storie che raccontino il vissuto della mia terra e trovare confronti, dialoghi, similitudini e assonanze con i racconti e i personaggi di altri territori. Come se in fondo i rapporti famigliari fossero sempre gli stessi, è come se aprissi cassetti della memoria che erano rimasti chiusi per molto tempo. Non serve una particolare magia personale, è le tecnica tipica del cunto siciliano che, raccontando episodi di persone popolari, permette a ognuno di noi di ritrovarsi in un quelle dinamiche, in quelle relazioni”.

A proposito di ritrovarsi, come è l’incontro con il pubblico dopo due anni di pandemia. Il teatro è ripartito, è sopravvissuto anche al Covid?

“Non so se ce l’ha fatta ma credo ce la stia facendo. E’ ripartito, c’è meno pubblico di prima, ma vale per tutto, vale anche per i ristoranti e i negozi. Tutto sembra cambiato e il cinema, per esempio, fa molta più fatica. Il teatro è connaturato alla natura umana, è talmente umano e rituale che resiste, fatica, arranca, ma resiste. Perché è magico, perché è qui e ora”.

Massimiliano Boschi

 

Foto di apertura di Attilio Marasco

 

Antropolaroid
Teatro Cristallo di Bolzano, giovedì 24 Marzo 2022 ore 21
Prenotazioni@teatrocristallo.it / 0471.1880789

di e con Tindaro Granata
luci Matteo Magni
produzione Proxima Res
Durata: 90′

Antropolaroid è la storia di una famiglia tra lutti, nascite, fuitine, matrimoni, implicazioni mafiose. Una rielaborazione in chiave originalissima della tradizione siciliana del cuntu:i fatti non vengono narrati, ma i personaggi salgono alla ribalta, parlano tra loro, dando vita alla storia. Francesco Granata, il bisnonno che nel settembre del 1925 si impicca: il figlio Tindaro Granata, che nel 1948 viene implicato in un omicidio di mafia; Maria Casella, che nel ’44 se ne innamora e dopo una fuitina metterà al mondo Teodoro Granata che, da adulto, emigrerà in Svizzera, e poi, con l’aiuto del signor Badalamenti, aprirà una falegnameria al paese e sposerà Antonietta Lembo che nel 1978 darà alla luce Tindaro Granata… Uno spettacolo popolare, che affronta vari temi dei cunti antichi: il senso della giustizia, della solidarietà, la lotta per amore, la lotta per la libertà.

Rassegna Corpi eretici – Teatro La Ribalta-Kunst der Vielfalt

 

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