Tornelli in Val di Funes per accedere alla chiesetta di San Giovanni

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In Val di Funes sono apparsi i tornelli. Per accedere alla chiesetta di San Giovanni a Ranui, icona della valle dove è nato e cresciuto Reinhold Messner, sarà necessario passare per un tornello metallico dello stesso modello di quelli installati negli stadi italiani. Dal punto di vista paesaggistico il tornello in mezzo a un prato verde e all’ombra delle Odle è un pugno in un occhio ma la decisione, legittima dal punto di vista del proprietario, è stata presa dal contadino che possiede il terreno per limitare e irrigimentare gli accessi che spesso rischiano di rovinare i prati attorno alla chiesetta. Da quanto si apprende dai primi visitatori che hanno scatenato la polemica su Facebook sul gruppo «Amici della Val di Funes» e «Sei di Bolzano se», i tornelli non sono ancora attivi ma è probabile che a breve sarà necessario pagare per accedere alla chiesa barocca costruita nel 1744.

Immagine postata da Barbara Casati sul gruppo Facebook “Amici della Val di Funes”

All’interno della chiesetta la pala d’altare fu dipinta dal pittore Franz Unterberger e raffigura Maria sul trono con Gesù bambino in grembo e Giovanni Nepomuceno, che come segno della sua discrezione le mostra la sua lingua. Sulle pareti interne nove dipinti barocchi raccontano della vita di Giovanni. Furono dipinti a metà del 18 ° secolo probabilmente dal pittore della corte di Bressanone Nikolaus Weis. La cupola a cipolla di rame sorregge una stella che si riferisce al martirio di Giovanni, che fu gettato nel fiume Moldava, e al fatto che una ghirlanda a forma di stella ha condotto al ritrovamento del suo cadavere. Proclamato santo nel 1729, è patrono della Boemia, dei confessori e di tutte le persone in pericolo di annegamento. Egli è anche patrono contro la diffamazione e per la reputazione degli individui.

Mentre sui social il tornello viene aspramente criticato, in paese c’è chi difende l’iniziativa. “I turisti spesso non rispettano la proprietà privata, scavalcano le recinzioni e si comportano come se fossero a casa loro”, è uno dei commenti. Una previsione: all’ombra delle Odle, in uno dei paesaggi da cartolina più famosi delle Dolomiti, arriveranno presto anche i media nazionali e internazionali.

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