Tra geologia e arti circensi, al Festival della scienza di Bolzano c'è "Geo il Giocoliere"

Cosa c’entra la geologia con le arti circensi? A prima vista ben poco, eppure Davide Quagliotto, in arte “Geo il Giocoliere” è la prova vivente che coniugare scienza, abilità e intrattenimento non solo è possibile, ma anche utile. E molto divertente. Classe 1989, Davide è laureato in geologia e vive a Padova, dove collabora con il dipartimento di geoscienze dell’Università e con diversi musei del territorio. Domenica 13 novembre alle ore 16 Davide alias Geo il Giocoliere sarà ospite a Bolzano per il Festival della Scienza con uno spettacolo di scienza e giocoleria per tutta la famiglia (ore 16, centro culturale Via Vintola). Gli abbiamo chiesto di raccontarci della sua passione e di cosa aspetta il pubblico bolzanino.

Iniziamo da scienza e giocoleria, discipline apparentemente molto diverse. Come si coniugano?

Il punto di forza sta nel fatto che la giocoleria dipende dalla scienza: gli attrezzi sfruttano fenomeni fisici e possono essere utili per spiegarli, dimostrarli e far vedere come funzionano. La giocoleria viene spesso associata alla magia – i bambini chiamano spesso “mago” il giocoliere- ma c’è differenza.

Cioè?

La magia lavora con le illusioni, la giocoleria con le abilità che si possono allenare – è un aspetto, questo dell’allenamento, che mi sta molto a cuore e che cerco di far passare nei miei spettacoli. Si parte da cose assolutamente naturali, dinamiche, processi, esperimenti e da li si può costruire una routine di destrezza e abilità artistiche.

Come nasce in te la passione per queste due discipline?

Da un doppio interesse: da una parte ho seguito un percorso scientifico con la laurea in geologia all’Università di Padova. Mi sono sempre interessato alla parte di ricerca e divulgazione però e, in parallelo, avevo iniziato a dilettarmi con la giocoleria. Grazie alla collaborazione con diversi musei e con l’associazione Accattagliato ho provato a trovare un punto di unione tra questi due mondi, e direi proprio che l’ho trovato! Il passatempo è diventato un lavoro.

Cosa da a te la giocoleria?

Bella domanda… regala una sensazione di completezza e benessere dal punto di vista fisico e mentale, che nasce, credo, nel tentativo di dare un senso alle cose e inserirlo in un puzzle di conoscenze e abilità.

E cosa regala al pubblico?

Spero idee, scintille da cui possono partire altre idee; mi auguro che nei bambini e nelle bambine posso scatenarsi magari un interesse scientifico e per le arti circensi. La giocoleria pone sfide da entrambi i punti di vista. Mi presento sia come intrattenitore che come conferenziere e prendo volontari, chiedo al pubblico di partecipare e fare ipotesi, faccio domande, offro chicche scientifiche che magari sono delle novità, o comunque fanno vacillare un certo immaginario di come crediamo funzioni il mondo.

Un momento da uno spettacolo di Geo il Giocoliere

Cosa deve aspettarsi in particolare il pubblico di Bolzano?

Innanzi tutto imparare facendo esperienze dirette, che regalano sempre qualcosa in più. In particolare, parlerò di gravità, equilibrio, rotazione e metterò in atto delle vere e proprie sfide per sconfiggere la gravità. Per farlo bisogna capire come funziona la caduta degli oggetti, cosa avviene quando un oggetto sta roteando e naturalmente come stanno in equilibrio gli oggetti stessi. Lo spettacolo si chiuderà con un esperimento finale molto scenico, con effetti ottici. Questo tipo di esperimenti colpiscono molto l’immaginazione e possono dare adito a strane teorie, ma in realtà sono facili. Semplicemente vanno oltre l’esperienza comune.

A proposito di esperienza diretta, che ruolo giocano -è proprio il caso di dirlo- i social media rispetto al tuo lavoro?

Nel periodo in cui sono stato fermo a causa della pandemia ho aperto un canale YouTube e ho iniziato a fare tutorial, per dare diffusione al mio lavoro, ma non volevo spostarmi sul digitale. La parte preponderante rimane comunque quella in presenza.

Come guardi alla dimensione digitale e dei social, anche rispetto al pubblico più giovane, a cui ti rivolgi?

I social hanno reso la giocoleria accessibile a tante persone quando prima, invece, era chiusa a certi circuiti. Grazie a YouTube tanti ragazzini e ragazzine hanno iniziato ad approcciarsi alla giocoleria. Credo insomma che i social siano utilissimi per la diffusione, ma non sostituiscano l’esperienza diretta, ovviamente. La giocoleria rimane un tipo di arte molto fisica, anche se non è considerata uno sport. Per praticarla occorre tenacia e perseveranza.

Qui si possono trovare  i dettagli sull’incontro con Geo il Giocoliere e il programma completo del Festival della Scienza di Bolzano.

Immagine di apertura: Geo il Giocoliere, foto courtesy D. Quagliotto

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