Il ritorno di Transart. Presentata l'edizione 2022
“Vogliamo che tutti brucino per la cultura!”: è questo il messaggio che Peter Paul Kainrath, direttore artistico del Festival Transart, ha lanciato al termine della conferenza di presentazione del programma 2022. Venti gli appuntamenti proposti dal Festival multidisciplinare tra performance musicali, installazioni sonore e video, danza e molto altro, che, dal 7 al 24 settembre prossimo, animeranno le più diverse location altoatesine, dal convento di Marienberg in Val Venosta alle Caserme di Appiano, dal Monte San Vigilio al Museo delle Miniere in Val Ridanna, fino a diverse sedi di aziende. La conferenza stampa è stata anche l’occasione per presentare il nuovo direttivo del Festival, con una scelta -virtuosa quanto ubbidiente allo Zeitgeist- tutta al femminile che vede coinvolte imprenditrici come Daniela Niederstätter, Manuela Bertagnolli, Arianna Giudiceandrea e Ruth Oberrauch, con alla presidenza Tanja Pichler.
La presentazione del programma si è svolta a bordo vasca del Noi Techpark in perfetto stile Transart, quindi in un clima di rilassata disinvoltura e coolness, in cui le relatrici rimangono eleganti pur mettendo a mollo i piedi nell’acqua azzurrina della vasca, mentre la stampa è accomodata all’ombra su sdraio da spiaggia. A fare da sfondo l’architettura industriale del Noi.
E’ un’immagine che solleva, come il venticello della giornata di fine luglio. C’è bisogno di positività. Eppure è impossibile dimenticare il contesto globale, come ricorda Kainrath “in pochi hanno deciso di distruggere con una violenza rivolta al passato i valori della nostra civiltà, e noi porteremo il nostro contributo piccolo, ma deciso, affinché questo non accada”.
Un contesto che sentiamo attraversare anche le scelte del programma 2022 – inevitabilmente più riflessivo rispetto al passato e con diverse proposte all’insegna del silenzio, della sospensione meditativa. Ad esempio il promettente progetto “Atlas der schönen Welten”, il 10 settembre, porta il pubblico in uno dei luoghi simbolo della spiritualità altoatesina, il monastero di Marienberg in Val Venosta, in cui il compositore gardenese Eduard Demetz ambienta un’opera unica a metà strada tra reading e performance musicale, ispirata alla celebrazione della Liturgia delle Ore tipica della ritualità monastica, con l’Ensemble Windkraft diretto da Kasper de Roo.
“NEG: suonare le pause” è invece il titolo del progetto alla Fondazione Dalle Nogare a Bolzano, dove, in occasione della mostra di Vincenzo Agnetti, la formazione milanese mdi ensemble riporta in vita uno strumento inventato dall’artista per sottolineare le pause e i silenzi musicali, eseguendo le musiche di John Cage, altro indagatore del silenzio in musica.
Ma il programma del Festival è come una partitura, che conosce rallentamenti e accelerazioni. E allora, l’apertura il 7 settembre alle Officine FS sarà a tutto volume – con tre punti esclamativi, sottolinea il direttore Kainrath – con l’Ensemble Modern, che eseguirà un’opera del compositore del Tirolo orientale Bernhard Gander. Per l’occasione interverranno due nomi internazionali della musica death metal: il cantante Attila Csihar e il batterista Flo Mounier, per, leggiamo nel comunicato “Una sorta di inno apocalittico che evoca l’ultimo atto di vita terrestre e umana”.
L’11 settembre l’appuntamento è invece sotto terra, nelle gallerie minerarie della Val Ridanna, dove, in collaborazione con il Museo Provinciale Miniere Ridanna, Transart propone Stalltänze, una performance della clarinettista Barbara Maria Neu, ispirata alla quotidianità e ai ritmi dell’allevamento delle capre ed il ruolo delle donne nel contesto agricolo. A seguire, l’esecuzione di partiture inedite dei compositori sperimentali Alexander Kaiser e Manuel Zwerger, eseguite dal chromoson ensemble ed il Coro Cima Bianca.
“Brutale e provocatorio. Osceno, duro e poetico…Quentin Tarantino è un chierichetto in confronto alla pura brutalità evocata da Shakespeare” ha detto Jan Lauwers, autore del testo di “Billy’s Violence” che la Need Company porterà in scena il 13 settembre al Teatro Comunale di Bolzano. Il progetto condensa tutta la violenza delle dieci tragedie di Shakespeare, interrogandosi sul significato della violenza nell’arte nel mondo di oggi, e sul perché ci piaccia così tanto guardarla.
Billy’s Violence, Marteen Vanden Abeele
Rimanendo in territori concettualmente non lontani, il 21 settembre voci ucraine risuoneranno al Dormizil di Bolzano, in via Renon, grazie all’installazione sonora “Stimmen/Voci – Stimmlos/Senza voce” della cantante e compositrice russa Natalia Pschenitschnikova, che nel 2018 ha viaggiato attraverso l’Ucraina chiedendo a donne anziane quali fossero i loro primi ricordi legati ai suoni, registrando le conversazioni.
Il 23 settembre le Caserme Mercanti di Appiano ospitano un inedito progetto site-specific dell’artista russo Kirill Savchenkov, che in segno di protesta contro la politica di aggressione del Cremlino si è rifiutato di rappresentare la Russia alla Biennale di Venezia.
Per gli amanti del clubbing, lo stesso giorno, negli spazi industriali del Park Edison, svolge la classica serata classica di Advanced Clubbing, presentata in collaborazione con Museion e curata da Mutek, il celebre festival di musica elettronica e arti digitali canadese.
Gran finale il 24 settembre nella Kranhalle del NOI con un concerto diretto da Viktoriia Vitrenko, con il soprano Natalia Pschenitschnikova come solista.
Qui il programma completo
Caterina Longo