Un cultural planning per il territorio. In Alto Adige seguendo il modello britannico
«In Alto Adige ci sono potenzialità e risorse per coniugare innovazione e tradizione – afferma Franco Bianchini, responsabile del nuovo Institute for Research on Culture and the Creative Industries, della University of Hull nel Regno Unito –. È un peccato che sia sfumata la candidatura di Bolzano con Venezia e il Nordest a Capitale europea della cultura 2019, perché questo è un processo che porta le città a una riflessione importante». Bianchini sarà presente ai due eventi inaugurali di WS explora, il ciclo di workshop sull’innovazione culturale dedicato agli operatori culturali e creativi dell’Alto Adige e del Trentino: giovedì 20 ottobre alle ore 16.30 al Museion introdurrà e modererà la tavola rotonda sul tema “Progettare a partire dalle risorse del territorio”, e venerdì 21 ottobre condurrà il workshop dal titolo “Il cultural planning come strumento di pianificazione”. «L’obiettivo del workshop – spiega il professore – è passare ad avere un atteggiamento più scientifico per imparare a vedere le risorse del territorio sottovalutate e non sfruttate al massimo. Bisogna lavorare di più sulla formazione degli operatori e sul il collegamento internazionale».
Franco Bianchini è docente di Politiche culturali e cultural planning alla University of Hull (aveva ricoperto la stessa cattedra anche all’Università di Leeds). Ha lavorato su questioni attinenti allo sviluppo delle strategie culturali urbane in qualità di docente, ricercatore e consulente con il Consiglio d’Europa, l’Arts Council inglese e molti enti locali e Università nella maggior parte dei paesi europei, in Australia, Giappone e Colombia. Dopo che Liverpool ha ottenuto nel 2008 il titolo di capitale europea della cultura, al cui dossier di candidatura aveva contribuito, Bianchini ha collaborato con la Liverpool Culture Company nello sviluppo e attuazione di “Cities on the Edge” (“città al limite”), un progetto di collaborazione artistica e culturale tra Liverpool stessa e Napoli, Marsiglia, Danzica e Brema.
Con cultural planning, al centro dell’intervento del professore a WS explora, si intende la mappatura delle risorse culturali di un territorio, intese in senso ampio, quindi comprendendo anche la cultura popolare, la gastronomia, i dialetti, le tradizioni, il patrimonio naturalistico e la biodiversità. «Avere coscienza di questa ricchezza è importante per tutte le politiche pubbliche, non solo per quelle economiche – sostiene Bianchini –. Il cultural planning favorisce la collaborazione culturale intersettoriale tra persone che si occupano di cose diverse e tra il settore pubblico e privato. Inoltre presuppone una parità fra i saperi: non prevede gerarchie, ma un dialogo alla pari. La gerarchia invece porta a fare un uso banale delle risorse culturali, senza dialogo con gli esperti di marketing turistico. Le cose però stanno cambiando: c’è maggiore apertura e interesse a pensare culturalmente il territorio. Abbiamo da imparare dagli ecologisti: l’approccio ambientalista sta interessando anche le politiche economiche».
Cultural planning: Italia vs. Gran Bretagna
Secondo Bianchini, l’Italia è all’avanguardia nella protezione dei centri storici, ma indietro nello sviluppo delle periferie, che non possono ignorare la storia della città. «L’Italia ha un ruolo fondamentale per l’Europa e il mondo, perché per la conformazione geografica del territorio ha sempre avuto a che fare con minoranze e ha imparato a valorizzarle. È un laboratorio ricco di potenziale in cui sviluppare soluzioni esportabili». La sfida però, secondo il professore, è mantenere i talenti in Italia, soprattutto al sud.
In Gran Bretagna, dove Bianchini insegna da tempo, ci si concentra di più sui sistemi di valutazione degli impatti, sulla partecipazione dal basso, sulla gestione e il coinvolgimento dei giovani e sui musei con progetti di inclusione sociale. «C’è però un problema di risorse dato dalla crisi degli enti locali seguita alla Brexit – spiega Bianchini –. I settori culturali sono quelli che difendevano l’appartenenza europea e avevano maggiori vantaggi derivanti dai finanziamenti culturali dell’Unione. Ora la Gran Bretagna è più isolata, meno raggiungibile da artisti e ricercatori».
I workshop e i laboratori di WS explora
Franco Bianchini introdurrà e modererà la tavola rotonda, aperta al pubblico e a ingresso libero, organizzata giovedì 20 ottobre alle ore 16.30 al Museion sul tema “Progettare a partire dalle risorse del territorio”. Interverranno Antonio Lampis, Direttore della Ripartizione cultura italiana della Provincia autonoma di Bolzano, Claudio Martinelli, Responsabile dei servizi e delle attività culturali della Provincia autonoma di Trento, Federica Thiene, di Artway of Thinking, e Giacomo Bianchi, Presidente di Arte Sella. Venerdì 21 ottobre Bianchini terrà invece il workshop dal titolo “Il cultural planning come strumento di pianificazione”. I primi due incontri di WS explora saranno incentrati sulla crisi dei finanziamenti, l’esclusione sociale, gli squilibri tra centro e periferie, consumo e produzione, contenitori e contenuti.
Giovedì 10 e venerdì 11 novembre la riflessione toccherà l’impresa creativa, i modelli organizzativi per costruire nuove forme di sostenibilità, le politiche per trovare il giusto equilibrio tra visione artistica e capacità di stare sul mercato. Gli ultimi due appuntamenti, giovedì 1 e venerdì 2 dicembre, saranno dedicati alle ricadute sul territorio di progetti e attività culturali, del valore aggiunto che le imprese culturali e creative sono in grado di generare e di come sia indispensabile imparare a riconoscere e raccontare questo valore aggiunto per misurare il “ritorno” degli investimenti.
Per maggiori informazioni è possibile consultare questo link con le informazioni per iscriversi ai workshop. Per tre lettori di AltoAdige Innovazione iscritti alla nostra newsletter ci sarà la possibilità di partecipare ad un prezzo scontato. Le indicazioni per ottenere lo sconto sono disponibili qui.
Rebecca Travaglini