Un pezzo di storia sudtirolese rischia l'abbattimento: la Südtiroler Siedlung a Bregenz in Austria
Bregenz. C’è un pezzo di storia del Südtirol/Alto Adige che rischia di finire sotto le ruspe in Austria, precisamente a Bregenz: si tratta di un importante tratto della Südtiroler Siedlung, il complesso abitativo costruito per dare alloggio a 2700 migranti sudtirolesi durante il periodo delle opzioni, nel 1939. Secondo un piano presentato lo scorso novembre dal comune di Bregenz e da Vogewosi, l’associazione edilizia no profit del Voralberg che gestisce alloggi a prezzi accessibili, gran parte del complesso residenziale è destinato ad essere demolito per fare posto – va precisato- a nuovi appartamenti a prezzi calmierati. Insieme agli edifici storici verrebbe cancellato per sempre anche un frammento di storia sudtirolese che ha radici profonde e dolorose: le opzioni, Una scelta che divise drammaticamente la popolazione civile sudtirolese tra chi scelse di restare optando per il foglio bianco dei Dableiber e chi di andare scegliendo quello rosso dei Geher *.
Bregenz fu una delle oltre 40 località austriache destinate ad ospitare i sudtirolesi che avevano optato per il foglio rosso. “Negli anni dell’opzione, più di 75.000 sudtirolesi hanno scelto di lasciare la loro terra per trasferirsi in Austria” ci racconta Wittfrida Mitterer, che nel suo libro “Südtiroler Siedlungen – Condominium in mind” si è impegnata a documentare storicamente i quartieri sudtirolesi. Come spiegato nell’esaustiva pubblicazione, l’arrivo dei sudtirolesi pose le città ospiti di fronte a diversi problemi pratici e logistici e non fu indolore. “Questa improvvisa e numerosa immigrazione ha portato problemi infrastrutturali in Austria, con migliaia di famiglie che hanno avuto bisogno di alloggi non disponibili. In breve tempo sono stati costruiti gli ‘insediamenti altoatesini’ (Südtiroler Siedlungen) in Tirolo, Vorarlberg, Carinzia, Salisburgo, Alta Austria e Stiria” dice Mitterer. Gli alloggi vengono edificati in condizioni difficili – sotto lo sguardo sospettoso e talvolta ostile degli abitanti del luogo. “Nelle condizioni più disperate, con carenza di materiali da costruzione e penuria di manodopera, in piena guerra e con il divieto più assoluto di costruire tutto quello che non era autorizzato dal governo nazifascista perché l’attività edilizia si concentrava su opere belliche e caserme, furono costruite, in pochissimo tempo 155 case con 118 appartamenti a Bregenz” spiega Mitterer e precisa “le costruzioni furono realizzate secondo l’architettura codificata dalle piante-tipo autorizzate dal Gausiedlungsplaner: Helmuth Erdle, a lungo professore presso la facoltà d’Architettura dell’Università di Stoccarda”. Gli spaziosi appartamenti erano dotati di giardini e orti per l’autosostentamento, anche se spesso toccava agli stessi optanti occuparsi delle finiture interne, come raccontano testimonianze dell’epoca.
La Südtiroler Siedlung di Bregenz
La Südtiroler Siedlung di Bregenz si trova a sud-est della Rheinstrasse che costeggia il lago all’incrocio con la Achgasse e dista circa 40 minuti dal centro cittadino a piedi. Il complesso si mimetizza tra condomini e costruzioni vecchi e nuovi, ma il cartello “Südtiroler Platz” assicura di essere al posto giusto: la piazza è abbracciata da una lunga fila di case candide a tre piani, tra praticelli, alberi e una fontana. E’ una soleggiata domenica di marzo, appare semivuota e sonnacchiosa – due anziane chiacchierano in cortile, un bambino in bicicletta saluta prima di entrare in casa. Un espositore riporta le notizie dell’associazione pensionati.
Veduta dall’alto della Südtiroler Platz. Foto courtesy Wittfrida Mitterer
Viste dall’esterno, le abitazioni conservano un certo fascino storico, mentre per dimensioni, struttura e concezione, appaiono molto più interessanti di tanti grigi appartamenti standard, come se ne vedono a centinaia nelle periferie europee. Non sembrano fatiscenti, nonostante ampi tratti degli edifici siano già stati preparati per l’abbattimento. “Nella Achgasse, purtroppo, le case sono state chiuse, l’acqua e l’elettricità sono state staccate e i contratti d’affitto non vengono più rinnovati, per consentire alla società immobiliare che detiene la proprietà di abbattere le vecchie abitazioni e costruire al loro posto i soliti palazzi multipiano. La mancanza di servizi ha già gravemente compromesso la qualità della vita nel quartiere” dice Mitterer.
Numero civico della Südtiroler Platz a Bregenz. Foto Venti3
Il quartiere sta provando a reagire, con un’iniziativa popolare guidata da Jasmine Morscher, che, essendo cresciuta nella Siedlung, ne apprezza l’atmosfera e la qualità abitativa. Una via percorribile, alternativa all’abbattimento, sarebbe il risanamento, come indica Mitterer, anche a nome del Curatorium per i Beni Culturali Tecnici, di cui è direttrice: “Come Curatorium per i Beni Culturali Tecnici critichiamo la demolizione, suggerendo di prendere esempio dalla recente ristrutturazione delle case per gli optanti a Bludenz. Un gruppo di pianificatori, esperti energetici e ricercatori edilizi sta sperimentando nuove soluzioni, sostenuto dalle politiche del Land Vorarlberg, dalle società edilizie e dagli uffici dei beni culturali. Il progetto si concentra sulla ristrutturazione delle facciate, sulle soluzioni energetiche efficienti e sull’espansione degli spazi inutilizzati, con l’obiettivo di preservare il patrimonio edilizio esistente” dice Mitterer, convinta che “non bisogna idealizzare tutto ciò che è nuovo né deprecare tutto ciò che è vecchio, ma promuovere l’innovazione”. In questo senso, occorre guardare a “soluzioni come il geotermico, i sistemi non invasivi, come il riscaldamento elettrico alimentato dalla energia solare. Ma occorre anche sviluppare nuove visioni per la socializzazione e convivenza di generazioni ed etnie diverse”, continua Mitterer, e conclude: “Serve, oggi più che mai, non tanto costruire edifici nuovi, sempre più alti, più moderni, più efficienti, ma edifici in cui ci si può sentire a casa”.
Caterina Longo
*Fonte: Rivista “Bioarchitettura, Abitare la Terra”, Nr. 142,
Günther Pallaver, L’opzione del 1939; Wittfrida Mitterer, Abitare lo spazio pubblico
Immagine in apertura: la Südtiroler Siedlung a Bregenz, 2024. Foto Venti3