Una domenica senza il Corriere dell'Alto Adige e del Trentino: ecco perché

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Un contratto di un solo mese per evitare la stabilizzazione di una giornalista che ha investito anni, fatti di passione e sacrifici, sul quotidiano che ama. E’ questo il motivo alla base dello sciopero proclamato dal Comicato di redazione del Corriere dell’Alto Adige e del Trentino: i dorsi locali del Corriere domani non saranno in edicola e i lettori del quotidiano di via Solferino troveranno solo l’edizione nazionale. Alla base della drastica decisione la mancata stabilizzazione di una bravissima collega della redazione di Bolzano che dopo una serie infinita di contratti a tempo determinato si è vista proporre un ulteriore contratto di un solo mese. Il tutto per coprire un posto che invece è previsto in pianta organica. Il fenomeno sta in realtà coinvolgendo tutte le edizioni locali del Corriere e rischia di bloccare quel poco che rimane del ricambio generazionale nel giornalismo: la nuova gestione di Urbano Cairo ha infatti deciso di congelare una prassi in atto dalla fondazione dei dorsi regionali, più di dieci anni fa, di assumere, man mano che si liberavano posti, giovani colleghi che collaboravano con il giornale. La nuova linea di via Solferino parrebbe infatti quella di voler trasferire da Milano alle periferie personale ritenuto in eccesso. Aziendalmente comprensibile, umanamente e generazionalmente inaccettabile: in questo modo il più grande quotidiano italiano rischia di bloccare, chissà per quanto, quel poco di turn over ancora in essere espellendo dal mercato una fascia di trentenni che da oltre dieci anni investe su questa professione. Qui di seguito il comunicato stampa delle redazioni del Corriere dell’Alto Adige e del Corriere del Trentino:


«Le redazioni del Corriere dell’Alto Adige e del Corriere del Trentino hanno proclamato per domani, sabato 1 aprile, una giornata di sciopero per protestare contro la decisione di Rcs Media Group di prorogare ancora una volta per soli pochi mesi i contratti di colleghi che rivestono incarichi da sempre parte della pianta organica dei giornali.
Da anni ormai attendiamo un piano industriale delle edizioni locali del Corriere che viene annunciato, senza mai essere definito. La condizione di generale precarietà che questa perdurante mancanza di strategia ha determinato, unita a una mera logica di riduzione dei costi, rischia di compromettere il lavoro di chi negli anni ha contribuito prima alla nascita e poi all’affermazione delle due testate. Confidiamo che il piano di rilancio attualmente allo studio da parte del nuovo editore possa finalmente sbloccare in senso positivo questa situazione. Nell’attesa, che auspichiamo breve, chiediamo che si dia per lo meno stabilità ai posti di lavoro da sempre in pianta organica. Diversamente, a buon diritto riteniamo che si possa parlare di riduzione degli organici, ossia di licenziamenti».

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