«Uniti nella diversità»: da «Alto Adige DOC» al futuro scavalcando gli stereotipi
«L’Alto Adige del domani? Una terra sempre piena di contraddizioni ma aperta, che sa mettersi in rete e che vede nella pluralità di lingue e culture la sua forza. Ma, come si evince anche dal libro, abbiamo ancora molta strada da fare». È stato questo il commento di Arno Kompatscher, presidente della Provincia Autonoma di Bolzano sui temi di «Alto Adige DOC, viaggio oltre gli stereotipi», il nuovo libro di Massimiliano Boschi, giornalista bolognese di adozione altoatesina, presentato ieri, 21 dicembre, in un evento online. La parola chiave, uscita a più riprese durante l’evento è “ambizione”: l’Alto Adige è da sempre una terra considerata da molti “prima della classe”. Ecco, l’invito è quello di non sedersi sugli allori e aspettare che arrivi una crisi, ma essere ambiziosi e migliorare continuamente a livello politico, economico e, soprattutto, sociale.
Tra i relatori dell’evento, assieme all’autore e al Landeshauptmann, a creare una visione plastica della società altoatesina c’erano Hans Heiss, storico, Walter Zambaldi, direttore del Teatro Stabile di Bolzano, Matteo Moretti, designer di Sheldon.Studio e Lucia Piva, direttrice ufficio educazione permanente biblioteche e audiovisivi di Bolzano.
Kompatscher: «Il futuro dovrebbe essere “United in diversity”»
«Non abbiamo ancora raggiunto un approccio condiviso, un’idea unica di come potrebbe essere l’Alto Adige – afferma Kompatscher -. Il futuro dovrebbe essere “United in diversity”, quindi creare una convivenza pacifica, preservando le identità culturali. In questi anni abbiamo fatto qualche passo in avanti, e qualche passo indietro, anche a causa dei nazionalismi, che purtroppo negli ultimi tempi hanno avuto spazio in Italia e in Europa. Però all’orizzonte si vede qualche lume, qualche bellissima idea che quasi sempre nasce dal basso».
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Lo storico Heiss: «Scopriamo l’Alto Adige fuori dai soliti percorsi»
«Sono convinto che gran parte degli stereotipi, che il titolo del libro vuole suggerire, ormai siano un po’ in via di estinzione – sottolinea Hans Heiss, storico -. Molte coordinate che hanno distinto il Südtirol, anche fino a poco tempo fa stanno rapidamente scomparendo. Sin dal 2012, la nostra provincia ha subito anni di profonda e tormentata transizione. Politicamente si passa da un sistema di “Despotismo Alpino” a un periodo di Governance. I cambiamenti oscillano dalle chiusure all’immigrazioni, ad aperture che fino a pochi anni prima erano impensabili. Ritengo particolarmente utile visitare i “non-luoghi” dell’Alto Adige, di cui si parla troppo poco, antitesi alle “belle facciate” di Merano e di Bolzano centro».
Alto Adige Doc nasce come rubrica online di questo sito, e racconta ogni settimana storie di persone e luoghi, fenomeni legati alla sicurezza e al turismo facendo emergere contraddizioni antiche, spesso covate sotto la cenere della storia, ma che se superate e rilette in chiave moderna possono veramente far diventare l’Alto Adige una piccola Europa al centro dell’Europa. Una rubrica online che ora è diventata un libro. Trentaquattro articoli, corredati dalle immagini del fotografo bolzanino Andrew Klotz, raccolti in 250 pagine.