Imparare dalle piante: l'artista svizzero Uriel Orlow presenta il suo film realizzato in Alto Adige
“Dobbiamo iniziare a imparare dalle piante. La foresta dovrebbe essere la nostra scuola” recita un estratto dal film “Forest Futurism. Chapter 1: Tree Time Travel” dell’artista svizzero Uriel Orlow che verrà presentato a Merano, su un prato sopra Castel Verruca, sabato 25 maggio alle 19.30. Noto a livello internazionale, Orlow (1973, Zurigo) è un artista nomade e lavora tra Lisbona, Londra e Zurigo. Il suo lavoro – per cui ha ricevuto il prestigioso riconoscimento Meret Oppenheim nel 2023- si sviluppa in tempi lunghi alla ricerca di nuovi punti di vista alla comprensione degli ecosistemi, dei territori e della storia. In particolare nei suoi lavori più recenti Orlow si è dedicato allo studio delle piante, come testimoni dei cambiamenti climatici e portatrici di una memoria profonda. Spesso l’artista sviluppa il suo lavoro con approccio interdisciplinare – e così è avvenuto anche per il film che presenterà in Alto Adige, nato su invito di BAU istituto per l’arte contemporanea e l’ecologia nell’arco di due anni in collaborazione con la paleontologa Evelyn Kustatscher (Museo Scienze Naturali Alto Adige, Bolzano), il team guidato dall’ecologo forestale Marco Mina (Eurac research – Istituto per l’Ambiente Alpino, Bolzano) e un gruppo di ex bambini dell’asilo forestale Birkenwald di Parcines.
In particolare, il progetto combina il tempo profondo paleontologico dei fossili arborei con la modellazione delle foreste future. “I fossili forestali sono finestre sul passato remoto e ci mostrano come erano le foreste milioni di anni fa e come gli alberi si sono adattati per sopravvivere in condizioni ambientali difficili, come i cambiamenti di temperatura o i periodi di siccità. Allo stesso modo, l’osservazione dei cambiamenti nelle chiome delle foreste può aiutarci a capire gli ecosistemi forestali e a prevedere come risponderanno alle sollecitazioni climatiche future. Lo scambio tra le protagoniste e i protagonisti del film – i bambini, la foresta, i fossili degli alberi – apre reti di relazioni più che umane come fonte di speranza e segnali per il futuro” spiegano gli organizzatori.
La proiezione del film a Castel Verruca sarà sarà accompagnata da una performance sonora dal vivo in collaborazione con il compositore e artista del suono Tobias Koch. Una conversazione tra l’artista e la paleontologa Evelyn Kustatscher (Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige) inserirà il film nel contesto geologico locale e nelle problematiche del clima globale. Per informazioni sull’evento vedi qui.
Immagine in apertura: Uriel Orlow in Alto Adige. Foto courtesy BAU