Via Resia, risanato il muro dell'ex lager
Terminati i lavori di risanamento del muro dell’ex lager di via Resia. Nel 2007 il muro, con una manutenzione straordinaria venne interamente risanato tranne che sul lato ovest in quanto allora non vi era la disponibilità dei terreni. Nei mesi scorsi la decisione dell’amministrazione cittadina di intervenire anche su questo lato del manufatto per migliorarne il decoro e soprattutto per mettere in sicurezza l’intera zona ripristinando la parte di mura volta a occidente.La durata dell’intervento è stata di 20 giorni lavorativi, con l’apertura del cantiere lo scorso 20 marzo e termine lavori il 14 aprile. I costi del restauro sono stati di 35.000 euro. Gli assessori comunali Luis Walcher e Sandro Repetto hanno sottolineato l’importanza di un intervento di risanamento in se non particolarmente oneroso in termini economici seppur complesso tecnicamente, ma di grande significato perché dedicato ad uno dei luoghi simbolo della storia del capoluogo: «Si tratta di un segnale forte nei confronti della Città che testimonia l’impegno rispetto alla Memoria ed ai suoi valori da trasmettere alle future generazioni. Era importante fare questo intervento stimolati positivamente anche dalla Circoscrizione e da tanti comuni cittadini a cui sta a cuore questo luogo».
Lager di via Resia: 10mila prigionieri
Orfeo Donatini presidente dell’Anpi provinciale ha ringraziato il Sindaco Caramaschi e la Giunta comunale per un ‘intervento ben fatto e in tempi rapidissimi. «Hanno dimostrato -ha detto-una grande sensibilità culturale nei confronti di questo sito e una velocità d’intervento rara. Da parte di Anpi grazie per questo lavoro che consente di preservare uno dei siti più tragici della città. Quasi 10.000 persone sono passate all’interno di queste mura in condizioni di prigionia inenarrabili. Decine le persone morte dopo tortura all’interno del lager che era “soltanto” di transito. Tredici i treni che sono partiti dal tristemente famoso binario della zona industriale con destinazione i campi di sterminio del nord ed est Europa. Più di 3.500 persone sono partite con quei treni, più della metà non ha mai fatto ritorno a casa. Questo per dire che conservare la memoria è un impegno quotidiano che non deve e non può essere solo di ANPI che lo fa per vocazione se non per statuto proprio, ma deve essere anche e soprattutto delle istituzioni. Oggi – ha concluso Donatini- abbiamo la dimostrazione che il Comune di Bolzano è sulla lunghezza d’onda di questo messaggio culturale che deve essere rivolto soprattutto alle giovani generazioni, perché quanto accaduto dentro queste mura, non abbia mai più a ripetersi».