
Vienna Caput Mundi. Viaggio nella capitale austriaca alla vigilia del voto
Elezioni Vienna. E’ il weekend di Pasqua e nella capitale austriaca i turisti riempiono tram, parchi, musei e mercati cittadini. C’è chi legge le guide per capire dove si trova, chi cerca il souvenir giusto e chi fotografa tutto quello che incontra: chiese, monumenti, statue, opere d’arte e artisti di strada. Un’unica cosa li accomuna indifferentemente dalla provenienza e dall’età: il disinteresse per l’elezione del sindaco e del Consiglio comunale (che a Vienna è anche regionale) che si terranno il 27 aprile. A ricordarglielo ci sono solo i numerosi manifesti elettorali dei vari partiti, ma quelli, ovviamente, non li fotografa nessuno. Eppure è un’elezione che riguarda tutti, perché Vienna non è una città come le altre, non a caso, da un decennio è in vetta alle classifiche delle città più vivibili del mondo,
Per comprenderne il motivo non serve osservare i dati, sui reddito medio, sul basso tasso di criminalità, sull’efficienza dei servizi pubblici, sul numero di eventi culturali o spazi di verde pubblico (990 parchi comunali), basta girare per la città: sdraiarsi sulle panchine appositamente collocate al MuseumQuartier o sulle amache di numerosi giardini pubblici, sedersi sulle sedie collocate non solo lungo Neubaugasse, prendere il sole e farsi un tuffo nel Danubio in uno dei tanti lidi pubblici cittadini o nei laghetti artificiali, o bersi un calice di vino in uno dei numerosi Heuriger sui colli attorno alla città. Senza dimenticare, ovviamente, il fascino dei caffè viennesi, storici o moderni.
Vienna è una città in cui lo spazio pubblico è ampio e aperto a tutti e dove la casa è ancora un diritto per tutti, la capitale austriaca è la maggiore proprietaria immobiliare in Europa (circa 220.000 appartamenti) ed il 62% dei suoi abitanti vive in un’abitazione comunale o sovvenzionata
Tutte caratteristiche che non solo la rendono eccezionale, ma che dovrebbero trasformarla in un modello. Qualche dato può aiutare a comprenderne il motivo, quanto scritto finora caratterizza una città di 2 milioni di abitanti in cui la percentuale di stranieri supera il 30% (gli italiani sono circa 15.000) e in cui il 53% degli alunni delle scuole non parla il tedesco in famiglia.
Il quartiere di Seestadt
Il 27 aprile, dopo quasi ottant’anni di continua amministrazione socialdemocratica, Vienna si trova ad affrontare i problemi di una struttura amministrativa che, come nel resto del mondo, fatica a stare al passo con i tempi e a confrontarsi con un forte vento che soffia impetuoso contro quello che Vienna rappresenta.
I manifesti dell’Fpo, primo partito del Paese, sono tutti concentrati su immigrazione e sicurezza, temi che, fino a oggi, non hanno fatto breccia in una città che ha una tradizione di ospitalità lunga decenni. Qui sono arrivati i profughi in fuga dalla repressione sovietica in Ungheria, a Praga e in Polonia, seguiti da decine di migliaia di persone in fuga dalla guerra nell’ex Jugoslavia e ora dall’Ucraina. Ma se nelle elezioni comunali del 2020, l’Fpo si è fermata al 7%, nelle recenti elezioni politiche, ha superato il 20%, meno che in altre zone dell’Austria, ma il campanello d’allarme è suonato forte.
La capacità di inclusione di Vienna è minacciata anche da un altro dato: oltre un terzo della popolazione di Vienna di età superiore ai 16 anni non potrà votare alle prossime elezioni comunali non essendo in possesso di un passaporto austriaco. Come sottolineato dal canale pubblico Orf: “Quasi 611.000 cittadini viennesi non avranno diritto di voto alle elezioni comunali, nonostante molti di loro siano nati e cresciuti in Austria. Nei distretti 10, 15 e 20 la percentuale si attesta addirittura tra il 44 e il 45 per cento del totale”
L’altra Vienna
Se si cammina lungo la Favoritenstrasse, nel decimo distretto, si può fare a meno dei dati per valutare la percentuale di immigrati di prima, seconda o terza generazione che vivono nella zona. La sera dopo cena, la strada risulta molto meno ordinata e “decorosa” di molte altre. Gli efficientissimi netturbini viennesi devono ancora passare e si nota, Il tasso alcolico di chi staziona sulle panchine davanti alla chiesa di San Giovanni Evangelista ha raggiunto livelli di difficile gestione e di fronte a un supermercato si è radunato un piccolo gruppo di persone che vivono chiedendo qualche spicciolo a chi incontrano o raccogliendo i vuoti a rendere dai cestini della città, ma tutto intorno è pieno di gente.
Le famiglie affollanno le panchine di Reumannplatz, decine di persone sono in coda davanti alla gelateria più famosa della città e i bambini giocano ovunque, chi rincorre un pallone e chi si sfida in una gara sui pattini a rotelle. A garantire la sicurezza di tutti sono le stesse persone che affollano le strade, non c’è traccia di forze dell’ordine. A differenziare questa gente da quella che popola la Vienna “turistica” non è il colore della pelle, ma il reddito.
Reumannplatz
La piazza di Vienna che trasmette meglio le qualità di una città unica in Europa è, però, Yppenplatz, dove si conclude il Brunnermarkt, nell’Ottakring, il sedicesimo distretto.
Per l’ufficio turismo di Vienna è “luogo di incontro per persone di tutto il mondo”, per tutti è un luogo aperto e divertente in cui il wifi è pubblico e gratuito, una piazza occupata da decine di tavolini e da locali per ogni portafoglio.
Mentre persone di ogni provenienza vendono e comprano prodotti alimentari o mangiano piatti di ogni tipo tra i chioschi del Brunnenmarkt, un gruppo di ragazzi si sfida in un improvvisato torneo di ping pong, altri bambini giocano a rincorrersi con o senza palla mentre una famiglia pranza “a sacco” in uno dei tavoli pubblici della piazza.
Fuor di retorica, colori, odori e sapori, visi e sorrisi di Yppenplatz e dintorni sono in grado di cambiare l’umore di chiunque. In sintesi, visto da Vienna, il mondo è bellissimo. Per questo, le elezioni del prossimo 27 aprile sono così importanti, non solo per i viennesi.
Massimiliano Boschi
Tutte le immagini © Venti3