Elezioni 2022: la ricerca del vigile urbano e il villaggio di Asterix
Noi crediamo di scegliere un premier, ma a guardar bene siamo alla continua ricerca di un nuovo vigile urbano. Da anni ci ritroviamo imbottigliati in un ingorgo infinito, senza nemmeno sapere bene dove stiamo andando e non sappiamo più come uscirne. Perennemente in coda, malediciamo chi ci sta davanti, i semafori e le rotonde e speriamo nell’intervento miracoloso di qualcuno che ci faccia passare prima degli altri. Inevitabilmente, il vigile non risolve nulla e nonostante le speranze restiamo incolonnati come prima, essenzialmente perché il traffico siamo noi.
Questo non ci impedisce di defenestrare rapidamente il vigile “inconcludente” e di provarne un altro. Uno “nuovo nuovo” che la smetta di provare a punire i nostri comportamenti e sanzioni quelli degli altri per farci uscire dall’ingorgo.
Ogni volta è più difficile, ma, nel dubbio, selezioniamo accuratamente quelli che non hanno mai visto un incrocio da vicino, quelli che non rompono con il rispetto del codice della strada o con proposte assurde tipo “Lasciate la macchina a casa”. No, noi ne vogliamo uno che ci risolva il problema e basta. Siamo stufi delle code.
Per questo ne proviamo uno “fresco” ogni tre anni. La tecnica è sempre la stessa, lo issiamo rapidamente tutti insieme sull’altare, pronti a gettarlo nella polvere altrettanto velocemente facendo finta di non averlo mai conosciuto.
Si spiega anche così il crollo del Pd di Renzi, passato dal 40% delle elezioni europee del 2014 al 18% delle politiche del 2018, e quello della Lega di Salvini dal 28% delle Europee del 2019 all’8,9% ottenuto ieri.
Ora proviamo con una vigilessa, sapendo già che entro tre anni l’”assessorato al traffico” la sostituirà con un vigile esperto e “specializzato” per evitare tracolli. Poi partirà un altro giro di giostra, l’”esperto” non resisterà più di due anni e finirà per essere il più odiato di tutti. Per cui ne cercheremo un altro scelto accuratamente tra quelli che non hanno mai avuto un ruolo di responsabilità. Uno che possa farci passare per vittime senza colpa.
Abraracourcix in “Asterix in Iberia” (Mondadori)
Un rituale, questo, che vale praticamente per tutta Italia tranne che per “una piccola regione che resiste vittoriosamente all’invasore, una piccola regione assediata dagli accampamenti romani”. Un territorio popolato da “irriducibili” che possono contare su una “pozione magica” chiamata Autonomia.
L’Alto Adige, come il villaggio di Asterix, è governato sempre dalla stessa gente che sembra amare le cose semplici della vita: le feste di paese e le bevute attorno al fuoco.
Poco importa che il fabbro continui a malmenare il bardo a suon di martellate senza riuscire a farlo smettere di cantare, mentre il capo riesce a muoversi solo stando in piedi su uno scudo barcollante, sostenuto da due portatori d’eccezione, tali Ebnerix e Bauerbundix.
Il villaggio sembra felice così e continua a gestirsi con regole tutte sue, incurante del mondo che lo circonda. Qui, però, i “vigili” sono abituati a restare in carica per almeno venticinque anni e chi è in coda in mezzo al traffico si benedice a vicenda invece di maledirsi.
Almeno in pubblico, in privato molto meno, ma qui si sta parlando di politica…
Massimiliano Boschi
Immagine di apertura: Alberto Sordi ne “Il vigile” di Luigi Zampa (1960)